Le nuove regole proposte da Biden
Usa, la supply chain federale sarà Net zero
Gli Stati Uniti si preparano per intraprendere azioni storiche per affrontare le emissioni di gas serra e proteggere le catene di approvvigionamento del governo federale dai rischi finanziari legati al clima. In occasione dell’incontro con i leader mondiali alla Cop27 di Sharm El Sheikh, l’amministrazione del presidente Joe Biden ha annunciato una nuova norma che imporrà a tutti i principali appaltatori federali di fissare obiettivi per la riduzione delle loro emissioni in linea con la scienza e con l’Accordo di Parigi. La proposta “Federal Supplier Climate Risks and Resilience Rule” prevede anche per i contractor federali una disclosure pubblica delle emissioni di gas serra e dei rischi finanziari legati ai cambiamenti climatici.
Come anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB/ 315 “Usa, Biden spinge per una supply chain federale Net zero”), l’iniziativa fa parte del Federal Sustainability Plan, la prima strategia governativa degli Usa per misurare, divulgare, gestire e mitigare i rischi sistemici che il cambiamento climatico pone alle famiglie, alle imprese e all’economia americane. Il Piano, lanciato lo scorso dicembre, delinea una serie di obiettivi e iniziative affinché il governo federale statunitense raggiunga il target Net zero entro il 2050, creando una flotta di veicoli elettrici e acquistando energia pulita per gli edifici federali. La mossa potrebbe ripercuotersi su tutta la supply chain del Paese, visto che il governo Usa è il più grande acquirente mondiale di beni e servizi e, solo nell’ultimo anno fiscale, ha acquistato per oltre 630 miliardi di dollari.
LA STRATEGIA FEDERALE
Nel comunicato dell’iniziativa, l’amministrazione ha sottolineato che le interruzioni della catena di approvvigionamento nel corso dell’ultimo anno hanno avuto un impatto anche sul governo federale e i suoi appaltatori e subappaltatori. In questo contesto, la nuova norma proposta mira a rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento federali vulnerabili, aumentandone l’efficienza e riducendone l’esposizione al rischio climatico. Oltre a ridurre i costi per i fornitori federali.
Nello specifico il regolamento coprirà circa l’85% delle emissioni associate alla catena di approvvigionamento federale. Secondo le stime, queste sarebbero più del doppio delle emissioni derivanti dal funzionamento di 300mila edifici e 600mila veicoli del governo federale combinate. Nel comunicato, l’amministrazione statunitense rileva che, da quando il governo federale ha stabilito i propri obiettivi climatici, l’uso di energia da parte di edifici e veicoli è sceso del 32%, risparmiando ai contribuenti 11,8 miliardi di dollari all’anno.
LE NUOVE REGOLE
Secondo la norma proposta, i maggiori fornitori, compresi gli appaltatori federali che ricevono più di 50 milioni di dollari in contratti annuali, sarebbero tenuti a pubblicare la disclosure delle loro emissioni Scope 1 e 2 e le categorie rilevanti di emissioni Scope 3, e dei rischi finanziari legati al clima. Inoltre, dovranno fissare obiettivi di riduzione delle emissioni basati su dati scientifici. Gli appaltatori federali che hanno più di 7,5 milioni di dollari, ma meno di 50, in contratti annuali saranno tenuti a segnalare solo le emissioni di Scope 1 e Scope 2. Mentre tutti gli appaltatori federali con meno di 7,5 milioni di dollari in contratti annuali saranno esenti.
La regola proposta fa leva su standard e sistemi di parti terze già ampiamente adottati da molti appaltatori federali, come il sistema di reporting ambientale di Cdp, le raccomandazioni della Task Force on Climate-Related Financial Disclosures e i criteri della Science Based Targets Initiative. Infine, l’amministrazione Biden fa sapere che, oggi, più della metà dei principali appaltatori federali sta già divulgando informazioni relative al clima.
Alessia Albertin
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