ET.INTERVISTA/117 - DAVIDE DAL MASO
«SettimanaSri ha sbloccato l’Italia»
Dal 5 al 18 novembre si terrà la quarta edizione della Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile, organizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile (Ffs). È la Sri week italiana, per dirla col termine con cui sono conosciuti in Europa e nel mondo questi eventi che proprio fra ottobre e novembre hanno il loro periodo più caldo dell’anno. Un appuntamento atteso, a cui la community Sri del nostro Paese guarda e che prepara per tutto l’anno. Che si estende in realtà per quasi quindici giorni. Che Sri week sarà, quella dell’edizione 2015? ETicaNews.it lo ha chiesto a Davide Dal Maso, segretario di Ffs, che a fine anno lascerà la guida dell’organizzazione che egli stesso ha fondato quasi quindici anni fa al neo-segretario Francesco Bicciato, eletto nelle scorse settimane.
Siamo alla quarta Sri week: cos’è cambiato dalla prima edizione del 2012? E com’è cambiato il panorama Sri in Italia?
Direi che è cambiato parecchio. La prima Settimana Sri è nata per caso: stavamo organizzando un convegno e abbiamo scoperto che ce n’era un altro quasi in contemporanea. All’inizio abbiamo cercato di farlo spostare. Visto che non ci riuscivamo, ne abbiamo aggiunti degli altri ed è venuto fuori un programma. Ma, al di là dell’aneddotica, quello che è davvero cambiato è la percezione dell’importanza di questi temi da parte della comunità finanziaria: oggi il livello di consapevolezza da parte degli operatori è enormemente cresciuto.
Quali i focus e i momenti salienti della Sri week 2015?
Come nelle edizioni precedenti, il programma prevede eventi organizzati dal Ffs e altri proposti dai nostri soci. Tra i primi, segnalo il lancio di due pubblicazioni: le Linee Guida sull’Engagement, il 12 novembre in Borsa Italiana, e le Linee Guida sul Private Equity, il 10 novembre alla Fondazione Mattei. E anche la prima survey sul comportamento di tutte le forme di previdenza italiane, che sarà presentata il 18 novembre a Roma, in occasione dell’evento di chiusura (il 10 novembre a Milano è in programma l’evento promosso da ETicaNews “Informazione Sri, il coinvolgimento promotore-cliente”, ndr). Considero poi un segnale di grande importanza l’incontro riservato con il ministro Pier Carlo Padoan, col quale ci confronteremo sul ruolo delle politiche pubbliche a sostegno di una finanza e di un’economia più sostenibili.
Si è detto per anni che in Italia mancavano coalizioni di investitori Sri su temi specifici di sostenibilità. Abbiamo accorciato la distanza, rispetto ai Paesi dove ciò è pratica comune fra gli investitori istituzionali Sri?
Come dicevo prima, negli ultimi anni sono cambiate tante cose. Ho sempre pensato che lo scoglio principale fosse di natura politica e culturale, anche se questo non significa che sia l’unico: occorre costruire conoscenza, consolidare reti, fare esperienze. La strada è ancora molto lunga, ma perlomeno si è vinta l’inerzia iniziale.
Tra un mese e mezzo inizia Cop21. Come si può approcciare questo attesissimo evento in ottica Sri? Se ne parlerà durante la Sri week?
Nell’evento del 9 novembre Assofondipensione parlerà proprio delle iniziative di engagement dei fondi pensione italiani sul climate change. Nell’evento del 12 novembre promosso da Cdp, inoltre, oltre alla presentazione del rapporto Cdp Italy 100 Climate Change 2015 verrà proposta anche una riflessione su “L’Italia pre-Cop21”, insieme ai principali attori coinvolti nel processo di negoziazione. Oltre ai casi specifici, tuttavia, credo che questo sarà il tema che attirerà maggiormente l’attenzione del nostro pubblico in tutti gli eventi. Siamo di fronte ad una grande opportunità di cambiamento e credo che tutti ne siamo consapevoli.
Il fossil fuel divestment è ormai arrivato a interessare investitori che insieme gestiscono asset per 2,6 trilioni di dollari (2.600 miliardi di dollari), crescendo di 50 volte in un solo anno. La Sri week affronterà l’argomento? Come mai questo movimento in Italia ancora non ha messo radici?
Anche se può sembrare paradossale, per molti aspetti in Italia siamo all’inizio. È come se per anni ci si fosse limitati a parlarne e solo adesso si cominciasse a praticare. Il divestment è una scelta molto forte, anche se tecnicamente semplice. Non mi stupisce che gli investitori italiani non la stiano considerando, perché non hanno ancora fatto tutto il percorso necessario per considerarla l’unica strategia possibile.
Sono maturi i tempi per un Forum mondiale della finanza Sri e, fatte salve questioni organizzative o logistiche, per una Sri week globale? C’è, insomma, un idem sentire a livello mondiale, fra chi si occupa di finanza Sri, o permangono differenze importanti?
La finanza Sri è un fenomeno globale, ma rimangono fortissime caratterizzazioni a livello regionale o nazionale. Anche in Europa le differenze ci sono e si vedono. È un fatto di maturità dei mercati e di cultura dei Paesi. Detto questo, perlomeno a livello di Eurosif, l’idea di una Sri week continentale è in agenda. Le relazioni al di fuori della rete europea mi sembrano ancora troppo deboli per riuscire a gestire uno sforzo organizzativo così grande.
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