Ubs: i “sin stock” perdono terreno in Borsa
Le aziende “poco sostenibili” arretrano in Borsa. A denunciare la caduta dei cosiddetti “sin stock” un’indagine di Ubs, riportata ieri da Radiocor, che sottolinea come negli ultimi due anni si sia verificato un dietrofront borsistico per le società impegnate in business poco etici, come la produzione di armi, alcol, tabacco e gioco d’azzardo.
Lo studio esamina un orizzonte di 43 anni. In questo arco di tempo, il rendimento di un portafoglio di queste società “non etiche” ha sovraperformato il mercato del 5% circa. Questo fino al 2010, anno in cui si è assistito a un rallentamento, culminato nell’inversione di tendenza degli ultimi due anni in cui si è registrata una sottoperformance del 6% annuo, originata in particolare da tabacco e giochi-scommesse.
Ma la motivazione sarebbe da ricercare non tanto in una rinnovata virtuosità degli investitori, quanto nei cambiamenti regolatori che, introducendo un fattore di incertezza, hanno raffreddato l’interesse dei grossi operatori.
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