Transparency: l’Italia migliora in materia di corruzione
Italia in risalita nell’Indice di percezione delle corruzione di Transparency International. Nell’edizione 2017, pubblicata un paio di giorni fa, infatti, il nostro Paese si piazza al 54esimo posto su 180, risalendo così la classifica di 6 posizioni rispetto al 2016. Il punteggio, però, resta ancora 50 su 100, quindi non del tutto sufficiente.
In tutto, fa notare l’organizzazione, le posizioni scalate dal 2012, anno dell’approvazione della legge anticorruzione, a oggi, sono 18. Di queste, in particolare, ben 15 sono state conquistate in seguito alla creazione dell’Autorità nazionale anticorruzione.
Tra i motivi che hanno permesso il miglioramento dell’Italia, l’organizzazione sottolinea, oltre alla legge Severino del 2012, anche le nuove norme sugli appalti, l’introduzione dell’accesso civico generalizzato e, soprattutto, la recente legge a tutela dei whistleblower.
A livello mondiale, in cima all’indice di Transparency International, che ogni anno classifica i Paesi sulla base del livello di corruzione percepita nel settore pubblico, assegnando un punteggio da 0 (molto corrotto) a 100 (per niente corrotto), ritroviamo Danimarca e Nuova Zelanda, con 89 e 88 punti rispettivamente. Invariate le posizioni di coda (così come prime), con Sud Sudan (12 punti su 100) e Somalia (9/100).
corruzionestudiericercheTransparecy Internationalwhistleblower