Transparency: «Bene la riforma penale, ma la corruzione è come la mafia»
La scorsa settimana il Senato ha votato la fiducia sul disegno di legge che riforma il processo penale, rimasta nelle “secche” del Parlamento da metà 2016. Transparency International Italia ha commentato positivamente alcuni aspetti legati al reato di corruzione. In particolare, viene vista con favore «la maggiore durata della prescrizione per i reati contro la Pubblica Amministrazione (es. per il reato di corruzione il termine assoluto passa da 7,5 a 9 anni), insieme alla previsione di sospensione dei termini per un periodo di 18 mesi dopo il giudizio di I e II grado», aspetti che «hanno come obiettivo quello di impedire che molti reati si estinguano prima della sentenza definitiva».
Tuttavia, Transparency evidenzia la necessità di «agire efficacemente per sfoltire il lavoro della magistratura e quindi ridurre la durata dei processi, attraverso la depenalizzazione e l’incentivazione di riti alternativi o modifiche al codice di procedura penale».
Inoltre, Transparency International Italia sostiene la necessità di «equiparare gli strumenti di indagine disponibili per reprimere il reato di corruzione a quelli in uso per la lotta alle mafie, garantendo anche per la corruzione, reato complesso e alquanto difficile da far emergere, la possibilità di adottare strumentazioni più sofisticate».
«Il numero dei corrotti in carcere è ridicolo se si pensa al danno economico che questo reato causa e al livello di diffusione che raggiunge in Italia», ha sottolineato Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia.
«La classe politica – ha aggiunto – deve fare di più per dimostrare al Paese che intende veramente perseguire la corruzione. La legge che tutela i whistleblower, quella sulla regolamentazione del lobbying, l’introduzione della figura degli agenti sotto copertura e di agevolazioni per chi rompe il perverso legame tra corrotti e corruttori sono tutti strumenti non più procrastinabili».
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