Transizione rinnovabili: 3 volte più veloce delle precedenti
Per limitare l’innalzamento globale delle temperature a 1,5°C sopra i livelli preindustriali, le energie rinnovabili e le soluzioni low-carbon devono passare dal 12% dell’offerta energetica globale registrata nel 2021 al 50%-70% entro il 2050. Queste fonti energetiche devono raggiungere infatti le quote finora ottenute dal carbone (55%) e dal petrolio (41%) durante le precedenti transizioni, ma circa tre volte più velocemente, per rappresentare la maggiore fonte di energia primaria al 2050. Questa transizione rappresenta una sfida enorme e appare sempre più difficile, dal momento che le politiche attuali porteranno a un riscaldamento di +2,7°C entro il 2100.
A rivelarlo è uno studio del Center for Energy Impact di Boston Consulting Group (Bcg), intitolato “A Blueprint for the Energy Transition”. Stando all’analisi, servono investimenti sia nella rete elettrica che negli impianti solari ed eolici, per poter generare più energia verde senza che questa rimanga bloccata nella rete. In Europa, ad esempio, serviranno 2,5 trilioni di euro di investimenti entro il 2050 per migliorare significativamente le reti elettriche, sia in alta tensione che nella distribuzione.
«Passeremo – afferma Marco Tonegutti, managing director e senior partner di Bcg – da un sistema di produzione centralizzato ad uno decentralizzato, meno programmabile data la forte componente di energia da vento e sole, che sfrutta le tecnologie delle Smart Grid e delle reti intelligenti per gestire la volatilità delle fonti e i picchi di domanda. Un cambiamento che richiederà radicali modifiche nel dispacciamento e nella gestione del sistema».
L’economia dei nostri sistemi energetici, spiega una nota, cambierà profondamente a seguito della transizione: l’energia passerà da essere una risorsa estratta a una risorsa prodotta, richiedendo investimenti iniziali molto più consistenti, ma costi operativi più bassi. Le prossime sfide riguarderanno l’aumento significativo della volatilità dei prezzi, e lo stoccaggio dell’energia. Attualmente possiamo infatti, immagazzinare soltanto da una a due ore di consumo medio di elettricità in Europa e negli Stati Uniti. Anche i costi di trasporto dell’energia aumenteranno in seguito al cambiamento nella composizione energetica, cosa che probabilmente porterà a una rilocazione dei centri di produzione industriale a livello globale dove l’energia è meno costosa.
IL CONTESTO ITALIANO
Anche in Italia, in seguito alla proposta di aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec) avanzata dal Mase a giugno 2023, l’obiettivo è ambizioso: una “copertura rinnovabile” dei consumi energetici finali lordi del 40,5% entro il 2030 rispetto al target del 30% al 2030 del Pniec 2019. Praticamente si dovrà raddoppiare la velocità per la transizione in 7 anni.
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