Tassonomia Ue, gli aerei dividono industria e attivisti
L’ipotesi di estendere gli investimenti sostenibili al settore dell’aviazione divide l’Unione europea: da una parte l’industria che spinge per l’approvazione; dall’altra gli attivisti per il clima che la respingono tacciandola di greenwashing; in mezzo la Commissione europea presa tra due fuochi.
Come anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB/ 325 “Greenwashing, attivisti contro gli aerei nella Tassonomia Ue”), l’industria aeronautica sta facendo pressioni su Bruxelles per far includere gli investimenti in nuovi modelli di aeromobili nella Tassonomia dell’Ue. La motivazione è che i nuovi design sono fino al 20% più efficienti in termini di consumo di carburante e producono meno emissioni per passeggero rispetto ai modelli precedenti.
Gli attivisti per il clima, invece, si oppongono alla mossa, sostenendo che la classificazione degli aerei alimentati in modo convenzionale come investimenti sostenibili, con l’etichetta “best in class”, solo perché sarebbero modelli «leggermente più efficienti», costituirebbe un «enorme atto di greenwashing». E chiedono che l’Ue incanali gli investimenti verso carburanti puliti e aerei a emissioni zero.
Secondo i calcoli del gruppo ambientalista Transport & Environment, oltre il 90% del portafoglio ordini di Airbus potrebbe essere considerato verde secondo i criteri elaborati dall’organo consultivo dell’Ue sulla finanza sostenibile.
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