Sostenibilità, la gdo italiana in ritardo rispetto all’estero
I retailer italiani sono in ritardo rispetto ai grandi operatori internazionali sul tema della sostenibilità. Lo attesta la nuova edizione dell’Osservatorio sulla Gdo italiana alimentare e i maggiori operatori stranieri 2022 dell’Area Studi Mediobanca. L’analisi aggrega i dati economici e finanziari di 116 aziende nazionali e 30 maggiori player internazionali per il periodo 2016-2020. In particolare, lo studio comprende un focus sulla sostenibilità della grande distribuzione organizzata (Gdo).
Dall’Osservatorio emerge che le imprese della gdo trattano diffusamente il tema della sostenibilità all’interno di sezioni dedicate dei propri siti internet. La differenza tra le società estere e quelle nazionali è evidente se si considera la redazione di un Report sociale o di sostenibilità: totalitaria tra le prime, solo nel 56,3% dei casi per le seconde, seppur in aumento del 9,2% rispetto all’anno precedente.
I retailer italiani appaiono in ritardo rispetto ai grandi player internazionali sui temi oggetto di misurazione analitica. Quanto alle risorse umane, a fronte di forza lavoro femminile complessiva simile (62,9% in Italia, 58,3% all’estero), il divario aumenta per le posizioni manageriali: all’estero la quota sfiora il 40%, in Italia si ferma al 17 per cento.
Infine, per quanto riguarda i temi ambientali, la quota di rifiuti differenziati è pari al 67,7% in Italia e al 72% all’estero. L’impegno profuso dai retailer stranieri per ridurre l’impatto ambientale ha portato a risultati più soddisfacenti rispetto a quanto fatto da quelli italiani: le società estere hanno ridotto l’intensità energetica del 12,9% e quella carbonica del 12,1%, quelle nazionali rispettivamente del 5,5% e del 6,6 per cento.
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