ET.csrd_applicata/11 - Matteo Tanteri, Director Sustainability & Social Impact
Snam: «Csrd, creata funzione chiave di P&C dei dati Esg»
L’adeguamento alla Csrd ha comportato diverse sfide, tra cui l’introduzione di metriche finora non rendicontate e l’adattamento alla logica interpretativa della direttiva, che parte dall’analisi di impatti, rischi e opportunità (Iro). Lo racconta Matteo Tanteri, Director Sustainability & Social Impact di Snam (nella foto), protagonista di questa nuova intervista della serie che ETicaNews dedica all’allineamento delle aziende quotate italiane alla Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd). Snam ha avviato il percorso già due anni fa, anticipando diversi elementi della direttiva nella dichiarazione non finanziaria del 2023 e rafforzando il presidio sulla reportistica Esg. «Abbiamo affrontato una gap analysis dettagliata e sviluppato un action plan per colmare le aree di miglioramento», spiega Tanteri, evidenziando come l’integrazione della sostenibilità nei processi finanziari sia stata una delle principali evoluzioni, con la creazione di una funzione dedicata alla pianificazione e controllo dei dati Esg, in sinergia con l’area Finance. Uno degli aspetti più rilevanti ha riguardato la categorizzazione e la gestione dei Kpi richiesti dalla Csrd: «Solo il 20% dei Kpi per noi rientrava nella categoria del ‘mai rendicontato’ mentre il 35% era già rendicontato ed il 45% era già presente o in modo parziale o con formule leggermente diverse», spiega Tanteri. Inoltre, il coinvolgimento del top management e del consiglio di amministrazione è stato centrale, con aggiornamenti periodici e un focus crescente sulle implicazioni strategiche e sui rischi di non conformità. Sul fronte tecnologico, Snam ha investito in una piattaforma integrata per la raccolta dati ESG e finanziari, con l’obiettivo di migliorare la qualità e la tempestività delle informazioni.
Quali sono state le principali difficoltà nel processo di adeguamento alla Csrd? O quali state riscontrando nell’allineamento alla direttiva?
In risposta alla crescente importanza degli obiettivi legati alla sostenibilità climatica, ambientale e sociale e ai collegati requisiti di disclosure, Snam si è impegnata in questi ultimi anni a integrare la sostenibilità trasversalmente nella sua strategia e in tutti i suoi processi, facendo evolvere di conseguenza anche le attività di reportistica: un buon esempio di tutto questo è il Transition Plan, una roadmap trasparente per delineare in maniera definita e sistematica l’impegno di Snam per la decarbonizzazione e il miglioramento della biodiversità al 2050, presentato dal Gruppo lo scorso ottobre. Il nostro è stato un percorso a 360 gradi che ha toccato i contenuti ma ha anche cercato di migliorare il modo in cui comunichiamo la sostenibilità internamente ed esternamente. L’avvicinamento alla Csrd è stato molto graduale e già nella dichiarazione non finanziaria dell’anno scorso avevamo cercato di anticipare quanti più elementi possibili tra quelli già conosciuti della Csrd: l’indice, la modalità di esposizione dei contenuti, l’integrazione col resto del bilancio erano tutte già molto simili a quelle che useremo quest’anno. Penso che sia anche per questi motivi che a dicembre abbiamo ottenuto per la prima volta l’Oscar di Bilancio per la Dichiarazione non finanziaria, un riconoscimento che ci ha reso particolarmente orgogliosi.
A livello più pratico il nostro lavoro sull’adeguamento alla Csrd è iniziato quasi due anni fa, iniziando dalla gap analysis sui contenuti a cui è stato associato un action plan per sviluppare tutto quello che era necessario integrare. È importante ricordare ad esempio che le richieste della Csrd in alcuni casi sono molto variegate: non si parla solo di Kpi ma spesso anche della presenza di policy o, appunto, di un transition plan coerente con gli Accordi di Parigi. Si consideri comunque che solo il 20% dei Kpi per noi rientrava nella categoria del “mai rendicontato” mentre il 35% era già rendicontato ed il 45% era già presente o in modo parziale o con formule leggermente diverse. In questo contesto, tra le sfide principali citerei l’introduzione di metriche finora non rendicontate, l’adeguamento alla vista interpretativa della Csrd che prende come punto di partenza per ogni aspetto gli Iro (impatti, rischi, opportunità) e sicuramente tutte le informazioni oggetto di phase-in relative alla catena del valore. È cambiato anche il coinvolgimento delle altre funzioni aziendali: quelle di Snam erano già “allenate”, ma il processo è diventato più formale e si porta dietro anche tutti i controlli sull’informativa societaria.
Come si è modificato l’assetto organizzativo della reportistica, in termini di allocazione delle responsabilità, eventuali nuove funzioni e nuove competenze?
Questa è senza dubbio una delle valutazioni più sollecitate dall’introduzione della Csrd. In Snam abbiamo cercato di anticipare i tempi e di trovare una soluzione che contemperasse più esigenze: da un lato è evidente che la principale portata della Csrd è proprio quella di equiparare i dati di sostenibilità a quelli finanziari e questo richiedeva un presidio forte in termini di competenze e mentalità da parte dell’area Finance e in particolare del Cfo, che è poi colui che sarà responsabile dell’attestazione della Dichiarazione di Sostenibilità, dall’altro ci siamo posti il tema di come affrontare il tema in modo efficace ed efficiente senza disperdere le conoscenze e le competenze dell’area Sostenibilità, particolarmente necessarie per tutta la parte qualitativa della reportistica.
Riteniamo di aver trovato una soluzione particolarmente efficace per rispondere a tutte queste considerazioni: la reportistica di sostenibilità è rimasta in carico al team di Sostenibilità all’interno della Direzione Strategia, Innovazione e Sostenibilità, però al fine di rendere ancor più pervasivo il monitoraggio di attività e risultati del Gruppo, è stata aggiunta una nuova funzione dedicata in modo specifico alla pianificazione e controllo dei dati di sostenibilità che dipende gerarchicamente dall’area finanziaria e funzionalmente dal responsabile di sostenibilità. In aggiunta, proprio per rispondere alle richieste della Csrd, la funzione che si occupa del sistema di controllo dei dati finanziari e dipende dal Cfo ha aggiornato e ampliato la struttura del sistema di controllo perché includesse anche l’informativa di sostenibilità. La nuova unità di P&C sui dati di sostenibilità avrà poi un ruolo significativo per tutti gli ambiti in cui i Kpi Esg hanno un peso particolare, tra cui la gestione e l’aggiornamento della Sustainability Scorecard e sicuramente tutte le nostre emissioni di finanza sostenibile in cui gli oneri finanziari sono collegati ad esempio alla riduzione delle nostre emissioni di Co2 ma anche le schede di remunerazione societarie di breve e medio periodo dove i target Esg hanno un peso del 20 per cento.
Quali sono stati i cambiamenti che la Csrd ha attivato in termini di specifiche tecnologie (per la conformità) e di piattaforme per la raccolta dati?
Come molti altri, abbiamo deciso di far evolvere i nostri strumenti tecnologici, scegliendo qualcosa che fosse anche integrato con la parte di Bilancio. C’è da dire che un altro dei pilastri della strategia di Snam è rappresentato dall’innovazione e, anche per rendere le procedure di monitoraggio sempre più efficienti e tempestive, ci siamo dotati di una piattaforma informatica integrata di raccolta dati Esg e finanziari. Contiamo che questo ci permetta una lettura ancor più immediata e completa delle informazioni e, di conseguenza, una rendicontazione esaustiva.
Quale è stato il coinvolgimento del top management e del consiglio di amministrazione nel processo di allineamento alla Csrd?
Negli ultimi 18 mesi, il Consiglio, ed in particolare modo i Comitati dedicati a Sostenibilità e Controllo e Rischi ed il Collegio sindacale, ha svolto un ruolo cruciale nel percorso di preparazione alla Csrd. Questo coinvolgimento è passato attraverso incontri periodici, durante i quali sono stati affrontati sia l’evoluzione del progetto dedicato sia temi specifici, come l’introduzione del concetto di doppia rilevanza. Questi incontri hanno permesso al Consiglio di amministrazione di rimanere costantemente aggiornato e di contribuire attivamente alle decisioni strategiche, garantendo così un allineamento continuo con gli obiettivi della Csrd.
Come viene condotta l’analisi di doppia materialità? Quali framework e metodologie vengono utilizzati?
L’analisi di doppia rilevanza è, forse, la parte più impegnativa da affrontare della nuova Csrd. Svolgere questo esercizio in maniera rigorosa richiede un impegno particolarmente significativo in termini di tempo, coinvolgimento degli stakeholder, conoscenze, disponibilità di dati a disposizione. Sicuramente sarà uno degli ambiti più impattati dalla semplificazione del cosiddetto pacchetto Omnibus proposto dalla Commissione europea. Snam già dagli scorsi anni aveva aggiornato il proprio processo di analisi delle questioni di sostenibilità rilevanti nell’ottica della “doppia rilevanza”, ma nel corso del 2024, in virtù degli sviluppi normativi, è stato necessario affinare il processo di analisi per tenere conto degli obblighi di informativa previsti dagli European Sustainability Reporting Standards (Esrs), i nuovi standard di rendicontazione di sostenibilità entrati in vigore con la Csrd, e delle raccomandazioni fornite dalle linee guida da parte dell’Efrag Ig1: Materiality Assessment Implementation Guidance, che rappresentano uno strumento di supporto nell’applicazione dei nuovi indirizzi metodologici.
Sono stati previsti percorsi di formazione interna sulle tematiche legate alla Csrd?
Al fine di creare un sempre maggiore coinvolgimento sul tema, sono stati predisposti diversi percorsi di formazione interna e attività mirate a incrementare la consapevolezza aziendale sulle tematiche Esg. In particolare, sono stati organizzati corsi di formazione sulla sostenibilità, sia in presenza sia attraverso videopillole, per garantire una diffusione capillare delle conoscenze tra tutti i dipendenti. Oltre ai corsi di formazione, sono state promosse varie iniziative di coinvolgimento, come la “Settimana della Sostenibilità” e attività di gaming che hanno permesso ai dipendenti di apprendere, anche in modo coinvolgente, i principi della sostenibilità e della Csrd. Abbiamo anche sviluppato un corso in aula insieme alla Bologna Business School, chiamato Fondamenti di Sostenibilità, rivolto ai dipendenti più interessati da questi temi.
Queste iniziative non solo hanno aumentato la consapevolezza, sensibilità e le competenze dei dipendenti in materia di sostenibilità, ma hanno anche contribuito a creare una cultura aziendale più responsabile e attenta alle tematiche ambientali e sociali. Il coinvolgimento attivo dei dipendenti è stato fondamentale per garantire che l’intera organizzazione fosse allineata con gli obiettivi della Csrd e pronta ad affrontare le sfide future.
Come vengono integrati i target Csrd nel piano industriale della vostra azienda?
I target che saranno rendicontati nella Rendicontazione di sostenibilità sono strettamente legati alla strategia di decarbonizzazione e sono inseriti nella Sustainability Scorecard, che in Snam esiste dal 2020 ed è un esempio di principi Csrd ante litteram. La nostra Sustainability Scorecard peraltro è di particolare interesse per i nostri investitori ed è parte della disclosure in tutti gli appuntamenti trimestrali con la comunità finanziaria. L’integrazione dei target Csrd nel piano industriale di Snam è supportata da un robusto piano di investimenti che mira a rafforzare la sicurezza energetica, garantire infrastrutture sostenibili e diversificate, e supportare la transizione energetica attraverso progetti strategici a livello europeo. Questo approccio garantisce che l’azienda sia ben posizionata per affrontare le sfide future e contribuire attivamente agli obiettivi di sostenibilità globali.
La società pubblicherà anche un Bilancio di sostenibilità a parte? Con quali caratteristiche?
La nostra azienda continuerà a pubblicare, come l’anno precedente, un Sustainability Profile, un documento di carattere comunicativo che riassume le principali performance di sostenibilità. Questo documento è progettato per essere accessibile e informativo, fornendo una panoramica chiara e concisa dei nostri progressi e delle nostre iniziative in ambito di sostenibilità.
Ancor più rilevante, però, sarà l’aggiornamento del Transition Plan Report, un documento fondamentale che delinea il nostro piano di transizione chiaro e concreto verso la decarbonizzazione. Pubblicato per la prima volta nell’ottobre 2024, questo report offre una visione dettagliata delle strategie, degli obiettivi e delle risorse che stiamo dedicando per raggiungere il Net Zero al 2050. Il Transition Plan include obiettivi specifici come la riduzione delle emissioni di metano del 72% entro il 2032 rispetto ai livelli del 2015, la neutralità carbonica per le emissioni Scope 1 e 2 entro il 2040, e precisi obiettivi anche verso la natura e biodiversità, come il Net Positive Impact al 2027 sui territori attraversati dalle nostre infrastrutture. Il Transition Plan di Snam viene aggiornato ogni due-tre anni per garantire la flessibilità necessaria ad adattarsi ai cambiamenti del contesto normativo e di mercato. Questi documenti non solo dimostrano il nostro impegno verso la sostenibilità, ma forniscono anche trasparenza e responsabilità, permettendo agli stakeholder di monitorare i nostri progressi e di comprendere meglio come stiamo contribuendo alla transizione energetica globale, garantendo al contempo una forte resilienza dei nostri asset.
Giulia Bandini
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