Sharing economy, fenomeno difficile da regolamentare
«Vista la complessità del fenomeno e le diverse variabili da considerare, non sarà facile il cammino che porterà ad una compiuta regolamentazione del settore, che ha enormi potenzialità per la competitività e la crescita del Paese». Lo ha affermato ieri il direttore dell’Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi nel corso dell’audizione nelle commissioni Attività produttive e Trasporti della Camera sulla proposta di legge sulla sharing economy (Disciplina delle piattaforme digitali per la condivisione di beni e servizi e disposizioni per la promozione dell’economia della condivisione).
Per quanto riguarda il profilo fiscale della norma proposta, Orlandi ha evidenziato perplessità, tra l’altro, sulla previsione dell’obbligo del gestore residente di attivare una branch in Italia al fine di adempiere alla funzione di sostituto d’imposta perché «potrebbe sollevare dei problemi di compatibilità con il principio della libertà di stabilimento nell’ambito della Ue». Così come ci sono dubbi sulla soglia dei diecimila euro sotto la quale verrebbe concessa un’imposta con aliquota fissa del 10 per cento: «nel provvedimento proposto rimane incerto – ha detto – se la soglia dei diecimila euro, oltre a determinare un diverso trattamento fiscale, costituisca anche il discrimine tra attività professionale da economia condivisa e attività occasionale». Tale agevolazione, inoltre, potrebbe avere impatto sul regime forfettario delle persone fisiche che esercitano un’attività di impresa, arte o professione in forma individuale con un fatturato annuo dai 15mila ai 50mila euro.
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