ShareAction, i limiti della disclosure sui Kpi sulla forza lavoro
Le società forniscono dati sulle proprie strutture di governance della forza lavoro ma non condividono limitate informazioni sui meccanismi interni di responsabilità. Lo rileva ShareAction nel suo report Workforce Disclosure Iniziative per l’anno 2019. Il questionario è stato completato da 118 società a livello mondiale. tra cui Enel ed Eni per l’Italia.
In particolare, il 63% dei partecipanti ha affermato che le informazioni sulla forza lavoro sono usate soprattutto per la valutazione sulla performance non finanziaria della società che è di solito riportata nei report annuali, sebbene spesso per solo un sottoinsieme di Kpi (slaute, sicurezza e diversity). È qui interessante notare, rileva il report, che «nessuna società ha riportato le conseguenze legate a un mancato raggiungimento di questi Kpi». Solo il 14% usa i Kpi sulla forza lavoro per determinare le politiche di remunerazione, legare la performance con la remunerazione individuale e i pacchetti dei bonus. Inoltre,
Gli altri principali dati evidenziati dal report indicano che:
- Le aziende sono restie a fornire dati sul turnover dello staff
- Il concetto di living wage non è pienamente compreso
- Le società sono maggiormente disponibili a condividere dati sulla forza lavoro permanente piuttosto che su quella temporanea
- Non sembrano esserci in atto iniziative di raccolta di dati legati a meccanismi di dialogo sociale, minando così l’abilità di monitorare le relazioni con la forza lavoro
- In genere sono presenti policy e impegni sulla catena di fornitura responsabile e sui diritti dei lavoratori ma le aziende non sono spesso in grado di fornire dati su come questi impegni sono implementati.