Settimana SRI, per Doxa l’80% dei risparmiatori vuole informazioni Esg
Si è aperta ieri al Senato della Repubblica, con una riflessione sul ruolo del risparmio nell’emergenza climatica, l’ottava edizione della Settimana Sri. Durante il convegno di apertura è stata presentata la ricerca “Risparmiatori italiani e cambiamento climatico”, condotta dal Forum in collaborazione con Bva Doxa che ha analizzato il grado di consapevolezza degli investitori retail italiani sulla rilevanza dei temi ambientali nelle scelte finanziarie, nonché la loro propensione a sottoscrivere prodotti che integrano considerazioni di sostenibilità.
Dalla ricerca è emerso che più dell’80% degli intervistati considera importante essere messo al corrente della sostenibilità ambientale e sociale dei propri investimenti. Oltre la metà del campione giudica però molto carente, in Italia, l’informazione sulla finanza sostenibile, e ritiene che il settore finanziario non tenga sufficientemente in considerazione i fattori Esg. Le ragioni principali della mancata sottoscrizione di prodotti Sri (solo il 13% degli intervistati dichiara di aver investito in questa tipologia di strumenti) sono infatti la scarsa conoscenza delle caratteristiche dei prodotti, insufficiente per il 47% dei risparmiatori, e la pubblicità, inadeguata per il 36%.
Tuttavia, si registrano risultati incoraggianti da parte della rete di vendita: la quota di risparmiatori a cui gli operatori hanno proposto investimenti sostenibili si attesta al 40%, in aumento di 9 punti percentuali rispetto al 2018. I sottoscrittori di prodotti Sri accordano grande importanza ai temi ambientali: per il 92% la presenza di politiche a supporto dell’ambiente da parte delle aziende è stata “molto” o “abbastanza” rilevante per la scelta di investimento. I temi ambientali che influenzano maggiormente le scelte di investimento sono le energie rinnovabili, citate dal 72% degli intervistati, le politiche di risparmio energetico (69%) e l’economia circolare (67%).
Secondo i risparmiatori intervistati, inoltre, l’Unione europea gioca il ruolo più importante nel contrasto ai cambiamenti climatici: il 33% del campione ritiene che le istituzioni europee siano i principali attori deputati alla prevenzione e al contenimento del rischio climatico, seguite dai produttori energetici (18%) e dalle istituzioni nazionali (17%).
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