Outlook 2025, prospettive per gli investimenti sostenibili
Robeco: «Transizione, pilastro fondamentale»
«Il 2025 potrebbe essere un anno di assestamento per gli investitori sostenibili. I trend di sostenibilità rimangono robusti in un’ottica di lungo periodo nonostante le difficoltà a breve termine. Come in ogni ciclo economico, le opportunità sono ancora presenti, ma gli investitori sostenibili devono cercarle nei settori più resistenti alle condizioni macro. Nonostante le battute d’arresto dovute alla nuova leadership negli Stati Uniti, l’impegno globale per l’azione a favore del clima e della natura rimane forte, garantendo continui progressi. In Europa la spinta a promuovere gli obiettivi globali di sostenibilità dovrebbe proseguire oltre il 2025».
Queste considerazioni sono contenute all’interno dell’Outlook 2025 di Robeco intitolato “This is not a landing”. Il documento illustra le prospettive dell’Asset manager sugli investimenti e sull’investimento sostenibile, fornendo previsioni complete sui mercati, sulla sostenibilità e sugli sviluppi geopolitici, nonché sui rendimenti attesi per le principali asset class nel corso del 2025.
Per quanto riguarda l’investimento sostenibile, l’outlook di Robeco evidenzia la buona tenuta dei trend di sostenibilità sul lungo termine, nonostante le incertezze presenti nell’immediato. Le difficoltà economiche in atto possono indurre alcune imprese e alcuni investitori ad attribuire minore importanza alla sostenibilità nel breve periodo. Tuttavia, la tendenza complessiva verso la sostenibilità e la decarbonizzazione dell’economia globale è ben consolidata e rimane intatta.
«Nonostante le difficoltà immediate, la transizione verso un’economia globale più sostenibile si conferma un pilastro fondamentale della crescita di lungo periodo. – ha dichiarato Rachel Whittaker, Head of Sustainable Investment Research di Robeco -. Il quadro normativo e politico europeo rimane favorevole, mentre gli investitori con una prospettiva lungimirante hanno le carte in regola per affrontare efficacemente le incertezze a breve termine».
Negli Stati Uniti il supporto alla sostenibilità potrebbe indebolirsi nel breve termine sotto la nuova leadership: l’amministrazione repubblicana potrebbe ridurre gli incentivi alla trasparenza aziendale o agli impegni di sostenibilità e «dal punto di vista dell’impatto, si prevede che quest’ultima si ritirerà dall’Accordo di Parigi e ridurrà il sostegno alle industrie verdi, ostacolando, ma non fermando, i progressi verso gli obiettivi globali di sostenibilità».
In Europa al contrario la rigorosa normativa Esg e l’impegno a favore delle industrie green forniscono una solida base per gli investimenti sostenibili. Le società europee tendono a ottenere risultati migliori rispetto a quelle statunitensi e asiatiche nelle valutazioni di sostenibilità, «una tendenza che probabilmente si consoliderà ulteriormente nel 2025, dato che l’Europa sta rafforzando le proprie normative in materia di rendicontazione Esg».
Anche le prospettive a medio termine per le industrie verdi in Europa sono positive, grazie allo slancio e al sostegno politico per la decarbonizzazione e alla sua forte posizione nelle tecnologie energetiche pulite.
I MERCATI AZIONARI E OBBLIGAZIONARI SOSTENIBILI
Come evidenzia il report, nel 2024 gli indici azionari Esg hanno registrato una performance leggermente inferiore rispetto ai benchmark tradizionali e leggermente inferiore rispetto al 2023.
«Nel settore delle energie rinnovabili, il difficile contesto macro, caratterizzato da un’inflazione e da tassi d’interesse inaspettatamente elevati e dalla conseguente volatilità nel 2024, ha rappresentato un ostacolo. I titoli azionari clean energy si sono rivalutati in modo significativo rispetto al settore energetico tradizionale e ora si trovano al livello più basso della storia».
Passando alla componente obbligazionaria, nel 2024 il mercato dei green, social, sustainability, e sustainability-linked bond (GSS+) è rimasto solido (le emissioni hanno raggiunto i 942 miliardi di dollari alla fine di settembre), alimentato dalla forte domanda degli investitori per le obbligazioni verdi che svolgono un ruolo cruciale nel finanziamento della transizione. Attraggono inoltre maggiore interesse i transition bond.
Il greenium (green bond premium) è diminuito nel 2024, tuttavia, ciò non rende i green bond meno appetibili per gli investitori. Secondo Robeco, «il greenium rimarrà vicino ai livelli attuali, anche se potrebbe aumentare se crescerà la domanda degli investitori per le obbligazioni certificate Eu Green Bond Standard, che entreranno in vigore nel dicembre 2024».
GLI INVESTIMENTI IN TRANSIZIONE
Una tendenza chiave nel 2025 sarà quella degli investimenti di transizione. Sempre più riconosciuti dalle autorità di regolamentazione come categoria di investimento sostenibile, «ci aspettiamo una rapida crescita dei fondi che investono in transizione. Gli investitori devono prestare attenzione alle definizioni di transizione, alcune delle quali si concentrano sulla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e altri che intraprendono un approccio più ampio alla transizione sostenibile».
«I temi ambientali rimarranno in cima all’agenda del 2025, ma si faranno progressi sui temi sociali. La Task Force on Inequality and Social-related Financial Disclosures (Tsfd), lanciata di recente, riunirà l’anno prossimo dei gruppi di lavoro per sviluppare un framework globale che consenta alle aziende e alle istituzioni finanziarie di migliorare la disclosure su impatti, dipendenze, rischi e opportunità sociali».
Infine, passando all’active ownership, «si prevede che l’engagement per il clima aumenterà nel 2025, con una crescente distinzione tra le aziende in fase di transizione e quelle che difendono i loro modelli di business tradizionali, in particolare nel settore energetico statunitense. La collaborazione degli investitori potrebbe temporaneamente diminuire, con un numero maggiore di investitori statunitensi che probabilmente si ritireranno dall’iniziativa Climate Action 100+, anche se altri investitori globali si stanno facendo avanti. Allo stesso modo si prevede che aumenterà anche l’engagement sui temi legati alla biodiversità e alla natura, grazie all’iniziativa Nature Action 100 lanciata nel 2024».
Noemi Primini
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