la cassa di ingegneri e architetti è la prima in Italia

Svolta Sri di Inarcassa: aderisce agli UnPri

14 Set 2017
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L’ente previdenziale ha firmato i principi di investimento responsabile dell'Onu il 1 agosto scorso. Ha lanciato un segnale forte per il mondo previdenziale e finanziario. A oggi sono appena 21 i firmatari italiani (più Fsi ancora "provvisorio") sui 1.800 totali

Proseguono a singhiozzo gli ingressi italiani nei Principi d’investimento responsabile delle Nazioni unite (Un Pri). Ma qualcosa, anche nella stagione “calda”, si è mosso. È del 1 agosto scorso, infatti, l’ingresso di Inarcassa, la Cassa nazionale di Previdenza e Assistenza per gli ingegneri e architetti liberi professionisti, nella schiera dei firmatari dell’UnPri che, nel nostro Paese, conta sull’adesione di 21 soggetti e uno “provvisorio”, il Fondo di fondi sovrani Fsi.

Con l’adesione ai Pri, si legge nel comunicato diffuso ieri dall’ente di previdenza, Inarcassa intende sostenere un «approccio attivo» sia per l’implementazione delle «linee guida in tutte le classi di investimento», sia, soprattutto, per la promozione di «legislazioni favorevoli agli investimenti responsabili». «Siamo orgogliosi – ha detto il presidente, Giuseppe Santoro – di essere la prima Cassa di previdenza in Italia ad aderire a principi fondanti per la circolazione di una cultura della responsabilità ancora troppo carente nel nostro Paese, ma necessaria a generare opportunità innovative per uno sviluppo sostenibile del bene comune». Inarcassa conta oggi 168mila iscritti, di cui 28mila pensionati per un patrimonio in gestione di 9,8 miliardi di euro.

La decisione del fondo pensione degli ingegneri segue di otto mesi quella del fondo Unipol, che ha riaperto l’attenzione dopo tre anni di stasi: l’ultimo ingresso della categoria era stato quello del fondo complementare Pegaso, ad agosto 2014. Ma l’adesione degli istituzionali italiani, a quanto si rileva dal cronogramma disponibile sul sito dell’UnPri  ha seguito la regola del contagocce, dal momento che gli ingressi, dopo lo slancio del fondo Cometa nel 2010, hanno seguito un andamento biennale. I gestori hanno visto qualche ingresso nel 2015, mentre i service provider sono ancora fermi al 2016 con l’ingresso di Morningstar Inc. ad agosto preceduto da quello di Assogestioni a maggio dello stesso anno.

UN INGRESSO PROVVISORIO

Altro discorso per il Fsi, che adesso ha aperto alla partecipazione dei fondi sovrani ed è ancora in fase di definizione di obiettivi e governance. Il Fsi ha fretta di entrare nel circuito UnPri per aggiungere tacche al suo curriculum, in una prospettiva di accreditamento presto istituzioni estere. Infatti, si legge sul sito di  Unpri, i gestori ancora in fase di raccolta, come nel caso del private equity italiano Fsi (che aderisce ai Pri dal 20 giugno scorso), possono appunto «firmare preventivamente come firmatari provvisori».

I sei principi, discussi ed estesi nella loro componente generale all’alba di 12 anni fa, hanno ormai raccolto l’adesione di 1.801 soggetti in tutto il mondo, suddivisi tra asset owner (358), asset manager (1.214) e service provider (229). Una popolazione di gestori, consulenti e istituzionali che ha aderito ai sei principi che regolano l’investimento responsabile, e che cresce, nei mesi, con ramificazioni a livello internazionale. Intanto, tra i 48 Paesi firmatari, gli Stai Uniti continuano a farla da padroni con 337 firmatari, mentre la Francia è passata da 143 a 165, rispetto all’ultima rilevazione dello scorso maggio, il Regno Unito conferma il suo impegno con 254 aderenti ai Principi.

Raffaela Ulgheri

@raffaelaulgheri

 

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