Per le banche, scadenza limite entro il 2024
Rischi climatici, l’ultimatum della Bce
Nonostante i miglioramenti, le banche europee devono ancora identificare e gestire meglio i rischi climatici e ambientali. Le buone pratiche in tutto il settore bancario mostrano che sono possibili rapidi progressi. Per questo motivo, la Banca centrale europea ha fissato una scadenza: gli istituti del blocco dovranno soddisfare progressivamente tutte le aspettative di vigilanza entro la fine del 2024. Se gli enti creditizi dell’Unione europea non affronteranno i rischi finanziari derivanti dai cambiamenti climatici nei prossimi due anni, ha avvertito l’istituto di Francoforte, aumenteranno i loro requisiti patrimoniali e le multe. La mossa è arrivata dopo la pubblicazione dei risultati dell’ultima analisi tematica della Bce, “Walking the talk. Banks gearing up to manage risks from climate change and environmental degradation”, da cui emerge che le banche europee sono ancora lontane da una gestione adeguata dei rischi climatici e ambientali. La revisione ha coinvolto 186 istituti di credito e ha individuato «gravi lacune» nel 60% dei casi e «punti ciechi» nel 96% dei soggetti.
Come anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB/ 314 “Rischi climatici, ultimatum della Bce”), l’Eurotower ha quindi inviato a tutte le grandi banche dell’eurozona lettere che identificano in media 25 «aree di preoccupazione», nelle quali ritiene che gli istituti non stiano affrontando adeguatamente i rischi climatici, e le ha informate che hanno tempo fino alla fine del 2024 per risolvere la situazione. Inoltre, la Bce ha detto che fisserà delle scadenze scaglionate intermedie per aiutare gli enti a soddisfare progressivamente tutte le aspettative di vigilanza formulate nella sua “Guide on climate-related and environmental risks” del 2020. L’autorità di vigilanza ha anche pubblicato un compendio di buone pratiche, “Good practices for climaterelated and environmental risk management. Observations from the 2022 thematic review”, osservate in alcuni istituti. Infine, ha rimarcato che monitorerà i progressi e, se necessario, adotterà misure esecutive.
LA REVISIONE DELLA BCE
L’obiettivo della revisione tematica della Banca centrale è di verificare se le banche identificano e gestiscono adeguatamente i rischi climatici e i rischi ambientali, come la perdita della biodiversità, oltre ad approfondire le strategie adottate dalle banche per quanto riguarda i processi di governance e la gestione del rischio. Dall’esame è emerso che l’85% degli istituti europei dispone per lo meno di pratiche di base nella maggior parte dei settori, ma ancora non hanno metodologie più sofisticate e informazioni granulari sui rischi climatici e ambientali. Nel documento, l’Eurotower ha espresso anche preoccupazioni sulle capacità di esecuzione della maggior parte degli enti creditizi dell’Ue, dal momento che l’effettiva attuazione delle loro pratiche è ancora in ritardo. La Bce è quindi giunta alla conclusione che le banche del blocco continuano a sottovalutare significativamente l’ampiezza e l’entità di questi rischi, con il 96% degli istituti che ha mostrato punti ciechi nell’identificarli.
LE RICHIESTE ALLE BANCHE
L’Autorità di vigilanza ha comunicato che, al netto di eccezioni per singoli casi, si aspetta che gli enti creditizi dell’Unione europea raggiungano, come minimo, alcuni requisiti. Innanzi tutto, entro marzo 2023, le banche dovranno aver classificato adeguatamente i rischi climatici e ambientali e dovranno aver condotto una valutazione completa del loro impatto sulle proprie attività. Dopodiché, gli istituti del blocco avranno fino alla fine dell’anno per includere i rischi climatici e ambientali nella loro governance, nella loro strategia e nella gestione del rischio. Infine, entro la fine del 2024, la Bce si aspetta che le banche abbiano soddisfatto anche tutte le restanti aspettative di vigilanza sui rischi climatici e ambientali delineate nel 2020, compresa la piena integrazione nell’Internal Capital Adequacy Assessment Process e negli stress test. L’istituto di Francoforte ha avvertito che monitorerà attentamente le scadenze e, se necessario, adotterà misure di enforcement.
La Banca centrale ha anche sottolineato che le autorità di vigilanza hanno già iniziato a includere i risultati climatici e ambientali di alcune banche nel Supervisory Review and Evaluation Process (Srep). La stessa Bce ha imposto requisiti qualitativi vincolanti a più di 30 istituti nel suo Srep annuale. Inoltre, per un piccolo numero di banche, l’esito degli esercizi di vigilanza sui rischi climatici e ambientali di quest’anno ha avuto un impatto sui loro punteggi Srep, che a loro volta influiscono sui requisiti patrimoniali del Pillar 2.
Alessia Albertin
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