Riflessione Bocconi sulle Fondazioni alla ricerca di legittimità

6 Feb 2017
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«Le fondazioni italiane, qualche centinaio attive, anche se più di seimila secondo i dati Istat più recenti (2011), hanno un tratto in comune: sono sotto stress». Inizia così l’analisi firmata da Elisa Ricciuti sul magazine della Bocconi, ViaSarfatti25, dal titolo eloquente: “Sull’orlo di una crisi di legittimità”.

La ricercatrice del Cergas Bocconi spiega che non dipende dalle caratteristiche strutturali della fondazione (operativa o erogatrice), ma che la ricerca di identità è trasversale. «Le fondazioni – scrive – sembrano oscillare tra comportamenti opposti e contrastanti, il che fa pensare a un momento di “crisi”, ovvero di riflessione, elaborazione e giudizio, peraltro per nulla negativo».

Alla base del momento di riflessione c’è il «bisogno di legittimità che le fondazioni ricercano, più o meno intensamente e più o meno coscientemente». «Alcuni penseranno – prosegue Ricciuti – che il discorso sulla legitimità sia già sentito e superato, nella logica del “se dimostro di avere un impatto positivo sulla comunità, ho diritto ad esistere”. Il problema è però più sottile: il management di qualunque fondazione sente di doversi legittimare nei confronti dei portatori di interesse, che non per forza sono rappresentati solo dalle comunità».

«Forse – conclude l’analisi – una riflessione più condivisa sul ruolo delle fondazioni nel loro rapporto con il sistema pubblico e la comunità di riferimento potrebbe giovare a tutti gli attori del sistema, e portare un elemento in più di riflessione in questa crisi, per far sì che le fondazioni siano pienamente incardinate nel meccanismo democratico, e aperte al dibattito sul futuro proprio, oltre che quello dei bisogni ai quali si dovrà rispondere».

 

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