«La civiltà fossile sta collassando in tempo reale, finirà entro il 2028». È questa la previsione dell’economista statunitense Jeremy Rifkin, riportata da ilfattoquotidiano.it, che nei giorni scorsi al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano ha presentato il suo nuovo libro “Un Green New Deal globale” (Mondadori).
«Questo avverrà – ha spiegato l’economista – perché oggi il costo dell’energia solare ed eolica è diventato inferiore di quella prodotta dal nucleare, dal carbone o dal gas naturale». Rifkin tesse le lodi del movimento Fridays For Future definendolo come «la prima vera rivolta planetaria della razza umana nella storia» e indica la via per un Green New Deal: «Non servono nuove imposte, abbiamo bisogno di creare sistemi puliti finanziati da banche green nazionali e globali che emettano obbligazioni green per creare infrastrutture». Un cambio di paradigma che non può avvenire su scala nazionale: «Questo cambiamento climatico è così enorme che nessun governo può pensare di gestirlo a livello centralizzato. Non si può fare geopolitica, ma dobbiamo trovare un equilibrio di coscienza».
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