Reporting Esg, aziende convinte anche senza normativa

28 Feb 2025
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La stragrande maggioranza delle aziende continuerà a portare avanti i propri piani di sostenibilità e di reportistica climatica, indipendentemente da eventuali cambiamenti nei requisiti normativi. I dirigenti aziendali riconoscono infatti un significativo valore strategico nei dati sulla sostenibilità, mentre quasi tutti gli investitori si dichiarano più propensi a finanziare imprese che forniscono informazioni integrate tra sostenibilità e dati finanziari.

È quanto emerge dal nuovo sondaggio del fornitore di soluzioni di dati Workiva, condotto su oltre 1.600 dirigenti e 222 investitori istituzionali (prima della pubblicazione di Omnibus da parte della Commissione europea).

Il sondaggio arriva in un momento di incertezza normativa, con la Sec che sta rivedendo le regole sulla divulgazione climatica negli Stati Uniti e l’Unione Europea che vuole modificare la Csrd e la Csddd per ridurre gli oneri di reportistica. Nonostante questo scenario, l’indagine riporta che l’85% dei dirigenti ha dichiarato di voler continuare a divulgare le emissioni di gas serra e il 77% manterrà inalterato il proprio approccio alla reportistica sulla sostenibilità.

Anche le aziende non obbligate dalla normativa europea si stanno adeguando volontariamente: il 75% di quelle non soggette alla Csrd prevede di allinearsi almeno parzialmente alla direttiva. Inoltre, l’81% dei dirigenti statunitensi intende divulgare le emissioni di Scopo 1 e 2, a prescindere dalle decisioni della Sec.

L’interesse degli investitori per la reportistica sulla sostenibilità è in crescita, come si evince dal sondaggio: il 96% ritiene che l’integrazione dei dati finanziari e di sostenibilità migliori le decisioni d’investimento e quasi tutti (97%) si dichiarano più propensi a investire in aziende con reportistica garantita.

Julie Iskow, Ceo di Workiva, ha dichiarato: «La reportistica finanziaria e di sostenibilità garantita non è solo una questione di conformità, ma un approccio strategico per mitigare i rischi, migliorare le performance e rafforzare la fiducia degli investitori».

Nonostante l’impegno crescente, persistono alcune difficoltà nella raccolta dati: il 29% dei dirigenti non ha piena fiducia nell’accuratezza della propria reportistica e il 73% ritiene che la tecnologia a disposizione sia insufficiente per gestire le nuove normative climatiche.

 

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