ET.OBSERVER - sguardo internazionale su CIÒ-CHE-FA-SISTEMA

Rassegna stampa aumentata ESG/ 291

21 Mar 2022
Rassegna Stampa Commenta Invia ad un amico
In questo numero: Sec imporrà la disclosure delle emissioni Scope 3 - L'Ue verso la Carbon Tax sull'import - Rischio climatico, la Bce striglia le banche sulla disclosure - Banche europee: Esg rating mancano di trasparenza - Clima, investitori esigono lobby aziendali responsabili - La finanza chiede alle aziende più dati ambientali

Quadrato_ETpro_OBLa “Rassegna stampa aumentata ESG” di ETicaNews (già “Occhio sostenibile della settimana”), raccolta sempre nella sezione ET.Observer, è un resoconto di analisi e commenti, principalmente orientato a livello internazionale, che punta la lente su alcuni dei principali snodi dell’informazione sui temi di sostenibilità negli ultimi sette giorni. Dando la precedenza agli argomenti su cui l’attenzione di ETicaNews è costante.

LA SEC IMPORRà LA DISCLOSURE DELLE EMISSIONI SCOPE 3

  • OGGETTO – La Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti sta per presentare un piano che imporrà alle aziende di rendere conto delle emissioni Scope 3
  • DATA – 18 marzo 2022
  • FONTE – SEC Sets Up Climate Clash With Rule to Report Indirect Emissions
  • PAROLE CHIAVE: Sec, riscaldamento globale, emissioni di gas serra, Scope 3, disclosure climatica, catena di fornitura

Bloomberg scrive che la Securities and Exchange Commission (Sec) degli Stati Uniti presenterà, forse già oggi 21 marzo, un piano molto atteso sul riscaldamento globale che imporrà alle aziende di rendere conto delle emissioni Scope 3. Cioè le emissioni indirette delle organizzazioni che per la maggior parte delle società costituiscono la principale fonte di inquinamento. Nello specifico, la nuova regola sulla disclosure climatica prevede che le aziende divulghino i gas serra generati da altre aziende nella loro catena di fornitura o dai clienti che utilizzano i loro prodotti. La proposta è un elemento centrale degli sforzi climatici dell’amministrazione Biden ed è vista con favore dagli attivisti del clima che chiedono regole più severe. Mentre le imprese si oppongono sostenendo che le emissioni di Scope 3 sono estremamente difficili da quantificare. Il piano, ancora in fase di revisione, ha riacceso il dibattito sul ruolo del regolatore finanziario nella politica ambientale.

l’ue verso la carbon tax sulle importazioni

  • OGGETTO – L’Unione europea imporrà una tassa sul carbonio ai prodotti importati nell’Ue che non soddisfano gli standard climatici europei nella loro produzione
  • DATA – 16 marzo 2022
  • FONTE – EU Member States Agree to Impose Carbon Tax
  • PAROLE CHIAVE: Unione europea, tassa sul carbonio, importazioni, standard climatici, Emmanuel Macron, Commissione europea, carbon border adjustment mechanism, prezzo del carbonio

Gli Stati membri dell’Unione europea hanno accettato di imporre una Carbon Tax, tassa sul carbonio, ai prodotti importati nell’Ue che non soddisfano gli standard climatici europei nella produzione. Lo ha annunciato su Twitter il presidente francese Emmanuel Macron. L’accordo segue la proposta della Commissione europea nel luglio 2021 di applicare un carbon border adjustment mechanism (Cbam), un meccanismo di adeguamento delle frontiere del carbonio, che impone un prezzo del carbonio su alcuni prodotti mirati per evitare la «rilocalizzazione delle emissioni di carbonio» da parte delle aziende, spostando la produzione in Paesi con politiche climatiche meno rigorose. La proposta mira anche a incoraggiare le industrie di altre giurisdizioni a migliorare la sostenibilità ambientale dei propri processi produttivi. Le norme prevedono un approccio graduale per l’attuazione del sistema Cbam, che diventerebbe pienamente operativo nel 2026.

RISCHIO CLIMATICO, LA BCE STRIGLIA LE BANCHE SULLA DISCLOSURE

  • OGGETTO – La Bce minaccia di fare i nomi delle banche dell’eurozona che non colmeranno le loro significative lacune sulla divulgazione del rischio climatico
  • DATA – 14 marzo 2022
  • FONTE – ECB accuses eurozone banks of ‘white noise’ on climate risks
  • PAROLE CHIAVE: Banca centrale europea, disclosure, rischio climatico, vigilanza, rischi ambientali, stress test, cambiamento climatico

La Banca centrale europea ha minacciato di fare i nomi e mettere alla gogna le banche dell’eurozona che fanno «molto rumore e nessuna sostanza reale» sulla disclosure del rischio climatico, dopo aver scoperto che nessuno dei 109 istituti di credito che supervisiona soddisfa le sue aspettative di vigilanza. La Bce ha trovato «significative lacune» nella loro divulgazione dei rischi ambientali. Solo il 15% ha pubblicato dati sulle emissioni scope 3 delle società che finanziano. Tre quarti delle banche non hanno comunicato se i fattori climatici e ambientali abbiano avuto un «impatto sostanziale sul loro profilo di rischio» Queste lacune potrebbero minare lo stress test che la banca centrale terrà entro la fine dell’anno per valutare l’impatto del cambiamento climatico sul sistema bancario. Per questo l’istituto di Francoforte ha invitato le banche dell’eurozona a «intraprendere azioni decisive» o userà la sua prerogativa di nominarle pubblicamente.

banche europee: esg rating mancano di trasparenza

La Federazione bancaria europea (Ebf) ha pubblicato una lettera in cui critica la mancanza di trasparenza sulle metodologie di rating Esg proprietarie. La lettera è rivolta all’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) in risposta alla call for evidence per raccogliere opinioni ed esperienze dagli utenti dei rating Esg nell’Ue. Nel documento, la lobby bancaria  ha affermato che «è difficile comprendere la metodologia alla base di uno specifico rating Esg in quanto i fornitori di rating Esg considerano le metodologie come informazioni proprietarie». Inoltre, l’Ebf descrive i fornitori di rating come «a corto di personale» rispetto alla complessità dei «compiti analitici» che intraprendono, con conseguenti casi di «analisi di fatto errate e conclusioni fuorvianti/errate». L’organismo identifica anche «una carenza di conoscenze in relazione alla legge, alla regolamentazione e ai principi bancari di base» tra i fornitori di rating Esg.

CLIMA, GLI Investitori esigono lobby aziendali responsabili

  • OGGETTO – Un gruppo di investitori ha pubblicato un piano d’azione in 14 punti per intensificare la pressione sulle lobby aziendali sul clima
  • DATA – 14 marzo 2022
  • FONTE – Investors launch global standard for corporate climate lobbying
  • PAROLE CHIAVE: Global Standard on Responsible Climate Lobbying, investitori, lobby aziendali, obbying responsabile, clima, voto degli azionisti, Ap7, Bnp Paribas Asset Management, Church of England Pensions Board

Un gruppo di investitori ha pubblicato il Global Standard on Responsible Climate Lobbying, un nuovo piano d’azione in 14 punti per intensificare la pressione sulle lobby aziendali sul clima. Il nuovo standard esorta le aziende a impegnarsi in una lobbying responsabile sul clima, a rivelare il sostegno dato ai gruppi commerciali che fanno lobbying per loro conto e ad agire se ciò è contrario agli obiettivi climatici globali. E avverte che le aziende che non si atterranno al piano rischiano di veder sottoposte le proprie azioni al voto degli azionisti. Lo standard è stato sviluppato dal regime pensionistico svedese Ap7, Bnp Paribas Asset Management e il Church of England Pensions Board, ed è sostenuto da gruppi di investitori, i quali sostengono che le lobby che hanno cercato di ritardare, diluire o bloccare l’azione per il clima da parte dei governi sono contrarie ai loro interessi e sono pronti a depositare risoluzioni nelle assemblee degli azionisti.

la finanza chiede alle aziende più dati ambientali

  • OGGETTO – Quasi 700 società finanziarie hanno aderito alla campagna di Cdp per chiedere a più di 10mila aziende di divulgare maggiori dati ambientali
  • DATA – 14 marzo 2022
  • FONTE – Almost 700 financial firms begin letter campaign for CDP data disclosure
  • PAROLE CHIAVE: società finanziarie, Carbon Disclosure Project, disclosure, dati ambientali, cambiamenti climatici, deforestazione, sicurezza idrica, Allianz, Amundi, Axa, Bnp Paribas, Calpers, Capital Group, State Street, Vanguard, Jean-Jacques Barbéris

Quasi 700 società finanziarie, con asset per 130 trilioni di dollari, hanno inviato una lettera a più di 10mila aziende per chiedere che divulghino maggiori dati ambientali attraverso il Carbon Disclosure Project. Nello specifico, i firmatari chiedono ai consigli di amministrazione di società in tutto il mondo di divulgare i dati sui cambiamenti climatici, la deforestazione e la sicurezza idrica. Tra le istituzioni finanziarie che aderiscono alla campagna ci sono Allianz, Amundi, Axa, Bnp Paribas, Calpers, Capital Group, State Street e Vanguard. «Abbiamo bisogno di questi dati comparabili, coerenti e chiari per il nostro processo decisionale in materia di investimenti, la ricerca, lo sviluppo dei prodotti, l’engagement e la compliance normativa. È anche fondamentale per raggiungere i nostri obiettivi climatici», ha spiegato Jean-Jacques Barbéris, head of institutional & corporate client coverage and Esg supervisor di Amundi.

0 commenti

Lascia un commento