Rapporto mondiale della felicità, Italia al 50esimo posto
Il Rapporto mondiale della felicità 2016, che classifica 156 Paesi in base al loro livello di felicità, è stato presentato giovedì 16 marzo a Roma, prima della giornata mondiale della Felicità delle Nazioni Unite che ricorre il 20 marzo. Nella sua quarta edizione, il Rapporto 2016 individua i primi 10 Paesi nelle stesse posizioni dello scorso anno anche se l’ordine in classifica è cambiato: la Danimarca riconquista il primo posto, seguita da Svizzera, Islanda e Norvegia. Seguono nella top 10 Finlandia, Canada, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Australia e Svezia. Gli Stati Uniti si classificano al tredicesimo posto, due posizioni più in alto rispetto allo scorso anno. L’Italia è al cinquantesimo posto.
Quest’anno, per la prima volta, il Rapporto sulla Felicità affida un ruolo speciale alla misurazione e le conseguenze della disuguaglianza nella distribuzione del benessere tra i Paesi. Nelle precedenti edizioni gli autori avevano sostenuto che la felicità fornisse un migliore indicatore del benessere umano rispetto a reddito, povertà, educazione, salute e buon governo, misurati separatamente. Ora emerge che la disuguaglianza nella felicità fornisce una misura più ampia della disuguaglianza in senso stretto. Risulta che le persone sono più felici vivendo in società in cui c’è meno disuguaglianza di felicità. Si evidenzia anche che la disuguaglianza di felicità è aumentata in modo significativo (confrontando il periodo 2012-2015 rispetto al 2005-2011) nella maggior parte dei Paesi, in quasi tutte le regioni del mondo, e per la popolazione del mondo nel suo complesso.
Il Rapporto, prodotto dal Sustainable Development Solutions Network (Sdsn), è stato curato da John F. Helliwell della University of British Columbia e il Canadian Institute for Advanced Research, Richard Layard, direttore del Well-Being Programme presso Lse’s Centre for Economic Performance; Jeffrey Sachs, direttore del Earth Institute e Sdsn.
Come nei rapporti precedenti, Il Rapporto Mondiale sulla Felicità 2016 esamina i trend dei dati registrando come le persone valutano la loro vita su una scala che va da 0 a 10. Le classifiche, basate su indagini in 156 Paesi nell’intervallo 2013-2015, rivelano un punteggio medio di 5,1 (su 10). Sette variabili fondamentali spiegano i tre quarti delle variazioni nei punteggi annuali medi nazionali: il Pil reale pro capite, l’aspettativa di vita in buona salute, l’avere qualcuno su cui contare, la libertà percepita nel fare scelte di vita, la libertà dalla corruzione e la generosità.
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