Quote rosa, la posizione di Assonime e Confindustria sulla consultazione Consob
Assonime ha pubblicato il contenuto della propria risposta congiunta con Confindustria alla consultazione Consob sulle proposte di modifica al Regolamento Emittenti in materia di “quote rosa” (modifica dell’art. 144-undecies.1 del Regolamento adottato con delibera n. 11971 del 14 maggio 1999 e successive modifiche). La risposta si concentra su due aspetti delle proposte poste in consultazione: la durata degli obblighi sulle quote di genere e le modalità di arrotondamento nel caso in cui la quota del 40% corrisponda a un numero non intero di amministratori.
Con riguardo alla durata, a fronte di un dettato normativo non chiaro, la Consob propone di prevedere nel proprio regolamento che la nuova quota del 40% debba applicarsi per sei mandati successivi al 1° gennaio 2020, che si aggiungerebbero quindi ai tre mandati, già attuati, previsti dalla Legge Golfo Mosca. Ne risulterebbe una durata complessiva degli obblighi di nove mandati, corrispondenti a 27 anni, difficilmente conciliabile con la dichiarata natura transitoria dell’intervento normativo. Assonime e Confindustria ritengono invece che l’intenzione del legislatore fosse quella di prolungare gli effetti della legge Golfo Mosca per altri tre mandati alzando, al contempo, la quota da un terzo al 40% per gli ultimi tre. «Pertanto, si ritiene che – scrive Assonime – l’attuale ambiguità normativa debba essere risolta dal legislatore, tenendo conto delle considerazioni svolte nella relazione illustrativa alla legge di bilancio, che indicava l’intento di prolungare la durata degli obblighi sulle quote di genere per soli altri tre mandati».
Assonime ritiene «non condivisibile» anche la proposta della Consob di adottare il criterio dell’arrotondamento per eccesso nei casi in cui l’applicazione della quota del 40% dia luogo a un numero non intero di amministratori. «L’applicazione di questo criterio – spiega – non appare giustificato in quanto porterebbe a una sistematica amplificazione degli intenti normativi, che nei casi di consigli composti da 4, 6 o 8 membri comporterebbe l’obbligo di una rappresentanza paritaria tra i generi». In alternativa, Assonime e Confindustria propongono di adottare il criterio più neutrale dell’arrotondamento aritmetico, cioè al numero intero più prossimo.
In generale, Assonime e Confindustria hanno segnalato alla Consob l’opportunità di non introdurre ulteriori rigidità all’applicazione di una disciplina che «si presenta come la più rigorosa a livello internazionale, combinando una quota particolarmente elevata (pari solo a Francia e Norvegia) con l’estensione a tutte le società quotate (mentre nella maggior altri Paesi è limitata alle società quotate di maggiori dimensioni».
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