ET.DIRECTORIES - I REPORT DELLE ULTIME TRE SETTIMANE
Quelli che… studiano la sostenibilità/ 83
Nella sua attività quotidiana, ETicaNews riporta o menziona con continuità ricerche, analisi, report sul business sostenibile e responsabile. Di seguito, riportiamo una selezione relativa alle ultime settimane, con una breve sintesi del contenuto e con un rimando al relativo articolo. Questi report sono una minima parte delle centinaia di ricerche che ETicaNews ha incrociato nel suo percorso, e che stiamo raccogliendo nelle nostre Directories, per offrire un riferimento unico ai professionisti dell’economia e della finanza responsabile. Il servizio Directories fa parte del pacchetto ET.pro.
ABBIAMO PARLATO DELL’ANALISI…
“The environmental performance of UK-based B Corp companies: An analysis based on the triple bottom line approach” (Business Strategy and the Environment)
ARTICOLO: B Corp, modello valido, ma con rischi nascosti
Il paper “The environmental performance of UK-based B Corp companies: An analysis based on the triple bottom line approach” pubblicato da Business Strategy and the Environment (Bse) ha analizzato la performance ambientale di 68 B Corp dei settori manifatturiero e wholesale/retail basate in Uk. Il documento rileva come la certificazione sia eccellente sotto molti profili, il processo sia visto come rigoroso e credibile, e riesca a migliorare le performance di sostenibilità delle aziende attraverso la pressione sociale. Tuttavia, individua il rischio di zone d’ombra nella metodologia, approfondendo l’approccio trade-off e cosa significhi permettere alle aziende di fare cherry-picking. In particolare, gli studiosi sottolineano che il B Impact Assessment, il tool di valutazione disponibile online che sta dietro la certificazione B Corp e composto da circa 250 risposte multiple, consente opzioni di risposta che lasciano spazio anche a scelte di greenwashing.
ABBIAMO PARLATO DEL PAPER…
“Stock Prices and the Russia-Ukraine War: Sanctions, Energy and ESG” (Swiss Finance Institute)
ARTICOLO: L’Ucraina accende i titoli Usa a rischio clima
La guerra Russia-Ucraina iniziata il 24 febbraio ha avuto effetti contrastanti sulle stock delle aziende più esposte ai rischi climatici. Durante le attività belliche, da un lato le aziende americane più esposte agli oneri da transizione hanno sovraperformato, dall’altro le controparti europee hanno sottoperformato. I motivi possono essere dovuti alle aspettative americane di un rallentamento della transizione sostenibile, e alle opposte aspirazioni europee di maggiore sicurezza energetica, attraverso lo sviluppo di energie rinnovabili e il distaccamento dai combustibili fossili, principalmente russi. Quattro ricercatori del Swiss Finance Institute hanno sviluppato il paper “Stock Prices and the Russia-Ukraine War: Sanctions, Energy and ESG” in cui studiano le correlazioni tra la guerra e le performance azionarie. Nel documento vengono analizzate le performance di 3.500 azioni globali in relazione a diversi fattori e considerati su tre periodi temporali.
ABBIAMO PARLATO DEL REPORT…
“Emission allowances and associated derivatives” (Esma)
ARTICOLO: Emissioni, Esma promuove il trading Ue
Il sistema europeo di scambio delle quote di emissione di Co2 dell’Unione, chiamato Emissions trading system (Ets), e il mercato europeo del carbonio funzionano in modo efficiente e non presentano particolari anomalie di prezzo. Sono queste le conclusioni cui giunge l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) nel report “Emission allowances and associated derivatives” pubblicato il 28 marzo 2022. Esma, rispondendo a una richiesta di assessment della Commissione europea dello scorso ottobre, ha condotto un’analisi accurata sul mercato delle quote di emissioni di Co2 (Eua – European Union Allowances) e dei loro strumenti derivati per indagare i motivi alla base del trend di rialzi sperimentato tra marzo 2020 e dicembre 2021, quando i prezzi registrarono un’impennata del 423%. Inoltre, l’autorità di vigilanza avanza alcune proposte per una maggiore trasparenza.
ABBIAMO PARLATO DELLO STUDIO…
“SDGs were discussed twice as much in company ESG reports in 2020–2021 compared to 2018–2019” (GlobalData)
ARTICOLO: Sdgs sempre più menzionati nei report Esg
Tra il 2020 e il 2021, rispetto ai due anni precedenti, è stato registrato un aumento del 110% nelle menzioni degli Sdgs nei report Esg aziendali, con i Goal 8 e 13 tra i più citati. È quanto emerso dall’articolo “SDGs were discussed twice as much in company ESG reports in 2020–2021 compared to 2018–2019”, pubblicato dall’agenzia di data analytics GlobalData il 3 marzo. Per indagare la relazione tra Sdgs e Esg, l’agenzia ha utilizzato una metodologia quali-quantitativa. Secondo GlobalData, il trend in fortissima crescita potrebbe essere dovuto al fatto che le aziende, affermando un crescente commitment agli Sdgs, riescono ad attirare un numero maggiore di investitori. Un Un altro dato rilevante emerso dallo studio è che tra le varie industries, le aziende del settore finanziario sono quelle che menzionano di più gli Sdgs. Inoltre, la spinta riguarda principalmente «le aziende più piccole, con capitalizzazione compresa tra 5 e 20 miliardi».
ABBIAMO PARLATO DELL’INDAGINE ANNUALE…
“EQuilibrium Global Institutional Investitor” (Nuveen)
ARTICOLO: Indagine Nuveen: il clima vale quanto i “fondamentali”
Un numero crescente di investitori istituzionali in Europa, Medio Oriente e Africa si rivela sempre più attento ai cambiamenti climatici nel costruire i portafogli d’investimento. Lo conferma l’indagine annuale “EQuilibrium Global Institutional Investitor” dell’asset manager Nuveen, secondo cui, per gli investitori istituzionali, il cambiamento climatico rappresenta ormai un fattore sistematico che non può che indirizzare in modo decisivo le strategie di investimento e di asset allocation. L’indagine, basata su un campione di interviste con 800 investitori istituzionali, rivela che il 64% del campione è preoccupato che eventi climatici estremi possano stravolgere completamente le strategie di investimento dei loro portafogli. Il 71% degli intervistati pensa che il rischio climatico rappresenti un rischio di investimento vero e proprio. E l’87% dei partecipanti sostiene che la transizione energetica e sostenibile aprirà nuove opportunità di investimento.
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