ET.DIRECTORIES - I REPORT DELLE ULTIME TRE SETTIMANE
Quelli che… studiano la sostenibilità/ 54
Nella sua attività quotidiana, ETicaNews riporta o menziona con continuità ricerche, analisi, report sul business sostenibile e responsabile. Di seguito, riportiamo una selezione relativa alle ultime settimane, con una breve sintesi del contenuto e con un rimando al relativo articolo. Questi report sono una minima parte delle centinaia di ricerche che ETicaNews ha incrociato nel suo percorso, e che stiamo raccogliendo nelle nostre Directories, per offrire un riferimento unico ai professionisti dell’economia e della finanza responsabile. Il servizio Directories fa parte del pacchetto ET.pro.
ABBIAMO PARLATO DELl’indagine…
Comportamenti d’impresa e sviluppo sostenibile (Istat)
ARTICOLO: Istat indaga sui comportamenti sostenibili dell’impresa
L’Istat ha pubblicato, lo scorso 2 marzo, una nota di presentazione dell’indagine “Comportamenti d’impresa e sviluppo sostenibile”. Si tratta del resoconto di una rilevazione condotta nel 2018 che si è rivolta a un campione di oltre 15mila imprese che operano in vari settori produttivi dell’industria e dei servizi di mercato; la rilevazione ha raccolto informazioni sulle azioni concretamente adottate dalle imprese oltre gli obblighi di legge, tra il 2015 e il 2017, al fine di ridurre l’impatto ambientale e accrescere l’impatto sociale della propria attività. L’obiettivo del progetto è «di fornire un quadro informativo integrato, in continua evoluzione, utile in particolare per osservare le performance economiche di imprese che sviluppano modelli di business orientati allo sviluppo sostenibile. Scopo di questa statistica sperimentale è quello di rendere disponibili i primi dati, che fotografano le caratteristiche delle imprese in termini di sostenibilità ambientale e sociale e il loro rapporto con i parametri economici classici».
ABBIAMO PARLATO DELl’analisi…
Assessing climate-related risks in the global meat industry (Fairr)
ARTICOLO: Clima, settore carne «testa sotto sabbia»
«Il settore della carne sta mettendo la testa sotto la sabbia» di fronte ai rischi del clima. Lo scrive un report pubblicato la scorsa settimana da Fairr (Farm Animal Investment Risk & Return), un network di investitori (con oltre 20mila miliardi di dollari in gestione) che punta ad aumentare la consapevolezza di rischi e opportunità Esg legati a produzioni intensive di animali. Secondo il report, su 43 grandi corporation della carne nel mondo, solo due hanno sviluppato e comunicato analisi di scenari legati al clima, nonostante tale analisi sia raccomandata dalla Task Force on climate-related financial disclosure (Tcfd). Fairr ha elaborato a questo proposito un tool di simulazione, applicandolo a cinque società leader nella carne: Tyson Foods (Us), Maple Leaf Foods (Canada) e Jbs, Brf e Minerva (Brasile). Il modello considera, in parallelo ai costi direttamente imputabili al problema climatico, il progressivo sviluppo di fonti di proteine alternative a quelle animali su tre scenari climatici: regressivo, stabile e con temperatura crescente al 2050. E identifica sette rischi chiave, inclusi i maggiori costi di elettricità e mangimi, nonché l’incremento del tasso di mortalità.
ABBIAMO PARLATO del report…
Circularity Gap Report (Circle Economy)
ARTICOLO: Il mondo ricicla solo l’8,6%. Meno di due anni fa
Ogni anno nel mondo vengono consumati più di 100 miliardi di tonnellate di materie prime (minerali, combustibili fossili, metalli e biomasse). Di questa enorme quantità immessa nell’economia globale, solo l’8,6% viene riutilizzato in modo efficiente attraverso forme di recupero e riciclo. Il restante 91,4% di queste risorse non trova invece una seconda vita. Un valore non confortante, per giunta peggiore rispetto alla rilevazione di due anni prima, quando il riciclo raggiungeva il 9,1 per cento. Sono i dati dell’edizione 2020 del Circularity Gap Report, stilato dal centro di ricerca internazionale Circle Economy. Secondo quanto si legge nell’introduzione del rapporto, «il trend negativo può essere spiegato da altre tre tendenze correlate: un alto tasso di estrazione; un crescente livello di stock nei magazzini; un basso livello di gestione dei prodotti end-of-use. Questi trend sono incorporati profondamente nella tradizione take-make-use dell’economia lineare, e si tratta perciò di un problema strutturale».
ABBIAMO PARLATO DELl’analisi…
Overview of European sustainable finance labels (Novethic)
ARTICOLO: Ecolabel, fossil fuel nemico comune
Nella flotta di etichette sostenibili per i prodotti finanziari in Europa, il principale filo conduttore resta ben identificato: quasi tutte mantengono l’esclusione delle attività legate al fossil fuel. È quanto emerge dall’edizione 2020 del report di Novethic “Overview of European sustainable finance labels”. La società francese passa in rassegna, appunto, quelli che «in attesa della tassonomia europea, continueranno a essere i benchmark di un universo spesso confuso». Novethic considera nove label dedicate ai prodotti finanziari, lanciate negli ultimi dieci anni. Ed evidenzia che, nel 2019, è raddoppiato a oltre 800 prodotti il numero di fondi che si sono rivolti a una etichetta per identificarsi come sostenibili o responsabili o a impatto (il rapporto presenta anche un’interessante analisi semantica dei nomi dei fondi etichettati).
ABBIAMO PARLATO del rapporto…
German 2030 Climate Package May Become a Blueprint for National Environmental Regulations (Fitch Ratings)
ARTICOLO: Fitch: sul clima il modello è la Germania
Sul clima, secondo Fitch Ratings, bisognerà “fare come la Germania”. L’agenzia di rating statunitense, all’inizio di febbraio, ha pubblicato il rapporto “German 2030 Climate Package May Become a Blueprint for National Environmental Regulations”, con lo scopo di descrivere e valutare le misure climatiche approvate a fine 2019 dal governo di Berlino. «Il vasto pacchetto di riforme delle politiche climatiche del governo federale tedesco – scrivono gli analisti – potrebbe diventare il modello di azione sul clima per molte nazioni, che mirano a raggiungere gli impegni presi sulla carbon neutrality entro il 2050». Le riforme tedesche, approvate alla fine dello scorso anno, riguardano diversi settori economici, e mirano a ridurre le emissioni di gas serra (Ghg) del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
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