Pictet: «Le aziende senza Esg genereranno rendimenti inferiori»
«A nostro parere entro fine anno i fattori ESG saranno incorporati in più della metà degli AuM mondiali. Se dovesse mantenersi il ritmo di integrazione attuale degli ESG, entro il 2020 la quota raggiungerà i due terzi (anche se non tutti adotteranno un approccio sostenibile in egual misura)». Sono valutazioni estrapolate da un commento di Manuel Noia, country manager per l’Italia di Pictet Asset Management.
«L’ambito Esg – ha specificato – è diventato uno dei segmenti in più rapida crescita nel campo degli investimenti internazionali… La velocità e la portata di questa ascesa ricalcano il successo degli investimenti passivi, che dal 2005 hanno sostenuto una crescita globale degli Etf di dieci volte».
Noia ragione anche sugli effetti per l’economia reale: «In un nuovo mondo più consapevole della problematica della sostenibilità, le aziende dovranno adottare i criteri Esg per attrarre clienti e investitori. Questo dovrebbe aiutarle a evitare un intervento imprevisto delle autorità, potenzialmente oneroso».
«Se la tesi – ha concluso – degli investimenti sostenibili (che si basa sulla selezione di aziende solide e “a prova di futuro”) prenderà piede, le realtà che non soddisferanno i requisiti necessari genereranno rendimenti inferiori. Questo a sua volta alimenterà i disinvestimenti sulla base dei fondamentali, e non solo per motivi di natura etica».
Manuel Noiapersonaggi