l'indagine dell'Agenzia per l'ambiente

Offset, in Germania scandalo crediti cinesi

11 Set 2024
Notizie Companies & CSR Commenta Invia ad un amico
L’Agenzia federale tedesca per l’ambiente ha respinto 215mila crediti di carbonio Uer, per un valore di 18 milioni di euro, dopo aver riscontrato irregolarità in 8 progetti con sede in Cina. Ora l'indagine è stata ampliata ad altri 13 progetti cinesi, mentre il pubblico ministero di Berlino ha aperto un’indagine per frode commerciale

L’ultimo di una sempre più lunga serie di scandali sui crediti di carbonio arriva dalla Germania. L’Agenzia federale per l’ambiente tedesca ha respinto 215mila crediti di carbonio Uer, per un valore di 18 milioni di euro, dopo aver riscontrato alcune irregolarità in progetti per la vendita di certificati di riduzione delle emissioni con sede in Cina. Questi certificati, noti come riduzioni delle emissioni a monte o crediti Uer, aiutano le aziende europee a rispettare le norme dell’Unione europea sulla riduzione dei gas serra. La decisione del regolatore tedesco è arrivata nell’ambito di un’indagine formale aperta all’inizio dell’anno dalle autorità tedesche in seguito alla segnalazione di irregolarità nei progetti Uer.

Come anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB/ 382 “La Germania boccia 215mila crediti di carbonio Uer per frode”), l’indagine ha inizialmente coinvolto otto progetti, tutti con sede nella Repubblica Popolare cinese, e ha già portato all’identificazione di alcune negligenze in tutti e otto. I crediti di carbonio Uer cancellati dall’Agenzia tedesca, che erano stati precedentemente autorizzati, sono tutti legati ai progetti indagati e su cui sono stati riscontrati problemi. Le autorità tedesche hanno annunciato che continueranno a indagare su altre 13 iniziative simili. Inoltre, in seguito a una denuncia da parte dell’Agenzia per l’ambiente, il pubblico ministero di Berlino ha aperto un’indagine per frode commerciale.

L’INDAGINE TEDESCA

L’indagine è stata innescata a gennaio 2024 grazie alle accuse di un whistleblower. In sette mesi, l’agenzia ha identificato «gravi incongruenze legali e tecniche» in sette degli otto progetti indagati; mentre l’ottavo progetto è stato squalificato per avvio prematuro e non conforme alle regole. Di conseguenza, l’Agenzia ha cancellato i certificati Uer precedentemente autorizzati emessi da questi progetti e ha squalificato i progetti sanzionati in modo che non possano rilasciare sul mercato nuovi certificati. Inoltre, l’Authority ha annunciato il proseguimento e l’ampliamento dell’indagine ad altri 13 progetti per la vendita di certificati Uer, tutti sempre con sede in Cina.

A livello globale, ci sono 75 progetti Uer e la maggior parte è basato nella Repubblica Popolare cinese. Per eseguire gli accertamenti necessari, quindi, l’Agenzia tedesca ha assunto uno studio legale internazionale e sta cercando di visitare fisicamente i siti sul campo in Cina. Tuttavia, solo cinque dei 21 progetti oggetto dell’indagine hanno concesso ai rappresentanti dell’agenzia un accesso illimitato durante le visite di ispezione. Intanto, il pubblico ministero di Berlino ha aperto un’indagine penale su questo caso, con 17 amministratori delegati o dipendenti degli organismi di verifica responsabili del controllo dei progetti Uer sospettati di frode commerciale congiunta.

UN PROBLEMA GLOBALE

Come riporta la testata finanziaria Bloomberg, le iniziative contestate in Cina sono gestite da grandi aziende internazionali e controllate da aziende europee. Fino alla decisione dell’Agenzia per l’Ambiente di rifiutare i certificati Uer da loro emessi, questi progetti hanno permesso alle aziende tedesche produttrici di petrolio e gas di segnalare un numero minore di emissioni, in linea con i limiti imposti dall’Ue, grazie ai crediti di carbonio acquistati. Negli ultimi anni, proprio in seguito a scandali come questo, i crediti per la compensazione delle emissioni sono sottoposti a un esame sempre più attento da parte dei Paesi che ne autorizzano l’uso.

Alessia Albertin

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