il fondo nordico chiede che la svolta sia messa ai voti
Norges: Unpri sbaglia su economia reale
Una forte critica alla svolta di principio che il nuovo piano UnPri comporta per gli investitori. Così Norges Bank Investment Management (Nbim), gestore del fondo pensione norvegese Government Pension Fund Global (Gpfg) ha risposto alla consultazione in merito al piano strategico 2021-2024 degli Obiettivi di investimento responsabile delle Nazioni unite (UnPri) che si è conclusa lo scorso 4 dicembre (vedi l’articolo Firmi gli Unpri? Occupati di economia reale).
Come riportato dalla rassegna sostenibile della scorsa settimana (Et.Observer/241 – Nbim, disappunto sullo strategic plan Unpri) il fondo sovrano da mille miliardi di euro (al 31 dicembre 2019) ha espresso il suo disappunto in una missiva inviata lo scorso 24 novembre, firmata da Carine Smith Ihenacho, chief governance and compliance officer, e Wilhelm Mohn, responsabile della sostenibilità della Nbim, che accompagna la sua risposta alla consultazione avviata dall’organismo Onu, per «costruire un ponte tra il rischio finanziario e i risultati del mondo reale».
Dopo un preambolo sull’opportunità di «sviluppare ulteriormente la gestione responsabile degli investimenti» e sul fatto che «la strategia proposta è un importante punto di decisione per il Pri e i suoi firmatari, che stabilisce le priorità e la roadmap per i prossimi tre anni», il gestore punta il dito sulla “assenza di contesto rilevante” che rende «impegnativa» l’analisi da parte dei sottoscrittori. L’appunto si riferisce a passaggi specifici del documento in consultazione, con riferimento, ad esempio a quelli riportati a pagina 6, o alle proposte «presentate alle pagine da 11 a 14», che «trarrebbero vantaggio anche da un maggiore contesto e da una maggiore discussione». Ma in particolare Nbim sembra non digerire l’introduzione da parte degli Unpri di un nuovo “Purpose statement”, ossia la dichiarazione d’intenti “Global investors leading for a sustainable future”, che rappresenterebbe, a detta del gestore nordico, «un cambiamento di direzione» per il network di investitori, e che la nuova strategia enfatizza l’allineamento tra le decisioni relative agli investimenti con gli outcome nell’economia reale.
Smith Ihenacho e Mohn hanno scritto: «Anche se il termine allineamento può essere soggetto a interpretazioni, riteniamo che attribuire l’impatto delle aziende alle azioni degli investitori attraverso strategie, classi di attività e tipi di investitori sia una sfida». Inoltre, «stabilire un tale rapporto è ancora più difficile per molti investitori di minoranza che hanno solo un’influenza marginale sulle società partecipate».
LA NUOVA STRATEGIA? UN EMENDAMENTO AI 6 PRINCIPI
Secondo il gestore del gigantesco fondo sovrano, l’introduzione di un nuovo “Purpose statement” con una direzione strategica che vada oltre la sua missione dovrebbe essere discussa a fondo e sancita con i firmatari dei Principi. «Vorremmo ribadire – si legge ancora nella missiva – che, a nostro avviso, l’allineamento con i risultati del mondo reale rappresenta già un sostanziale sviluppo strategico», di conseguenza nuovi sviluppi strategici “sostanziali” possono rappresentare «un emendamento de facto dello statuto del Pri» e, in quanto tali, devono essere trattati come un nuovo principio «ed essere quindi soggetti al voto dei firmatari».
Gli autori della lettera hanno poi concentrato l’attenzione sulle iniziative 11 e 20 del Piano. Nel primo caso riguardo a una “migliore connessione tra investitori e mondo accademico” sottolineano l’importanza di un maggiore scambio tra i due mondi, confermato anche dalla loro recente decisione di finanziare tre nuovi progetti di ricerca «che esamineranno come gli assetti proprietari influenzano la governance e le performance delle aziende». Il punto 20 del piano riguarda, invece, “Costruire la consapevolezza dei diritti umani da parte degli investitori e sostenerli nell’integrazione degli UN Guiding Principles e delle linee guida dell’Ocse per le imprese multinazionali nelle loro attività di investimento”. In questo caso Nbim vede un ruolo importante per gli Unpri «nel fornire una valida guida agli investitori istituzionali». Un ultimo accenno va all’iniziativa 16: “Collaborare allo sviluppo di un unico sistema di reporting di sostenibilità globale per investitori e aziende, che comprenda la divulgazione di dati armonizzati e significativi sulle performance e gli outcome della sostenibilità”. «In qualità di investitori globali – scrive il gestore –, vorremmo vedere una disclosure più pertinente, comparabile e integrata».
UNA POLEMICA ANNUALE
Anche lo scorso anno, Norges aveva espresso il suo disappunto con una posizione pubblica collegata alla 2019 PRI Signatory survey (vedi l’articolo Unpri vira sugli Sdgs. Norges non ci sta). In quell’occasione il gestore del Gpfg si interrogava sulla possibilità che si stesse verificando un “allontanamento” da parte dell’Organismo Onu, dalla sua missione indirizzata ai Sei Principi, lanciati ormai nel 2006.
Raffaela Ulgheri
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