Non financial, Assonime: «Estenderla alle aziende extra Ue, non alle Pmi»
No all’estensione alle Pmi e all’obbligo di una dichiarazione “negativa”. Piuttosto la Dichiarazione non finanziaria dovrebbe essere estesa alle aziende extra Ue che operano nell’Unione e le imprese dovrebbero rimanere in controllo di cosa è per loro “materiale” o meno. È questa una sintesi della posizione espressa da Assonime nel suo position paper di commento alla consultazione sulla revisione della direttiva europea non financial (Nfrd).
Il 27 febbraio 2020 Assonime ha risposto alla consultazione sottolineando in particolare la necessità di:
- un quadro armonizzato UE delle informazioni non finanziarie per «contrastare il proliferare delle numerose iniziative, sia pubbliche che private, che rendono la comunicazione delle informazioni non finanziarie troppo onerosa per le imprese»;
- un ruolo centrale delle imprese nei processi di standardizzazione delle informazioni;
- un’estensione del campo di applicazione della Nfrd alle società extra europee, che operano nell’Ue e superano una determinata soglia di fatturato globale; e l’esclusione dal campo di applicazione delle PMI;
- la flessibilità nella scelta del documento che deve contenere tali informazioni, purché essa non impatti sulla qualità e sull’accessibilità delle stesse;
- un ruolo centrale delle imprese nello stabilire la “rilevanza” delle informazioni non finanziarie tenendo conto della specificità del loro settore e della loro attività.
- una ferma opposizione all’obbligo di produrre una dichiarazione “negativa” volta a spiegare perché certe questioni non siano rilevanti per talune imprese.