New York prende di mira la supply chain della moda
La scorsa settimana lo Stato di New York ha presentato una proposta di legge che vuole obbligare le società di moda a fare un’ampia gamma di divulgazioni ambientali e sociali.
Come anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB/ 282 “New York vuole mappare la supply chain della moda”), il Fashion Act, sponsorizzato dalla senatrice Alessandra Biaggi e dalla deputata Anna R. Kelles, costringerebbe le organizzazioni di moda con più di 100 milioni di dollari di ricavi, operanti a New York, a mappare almeno la metà della loro catena di approvvigionamento, a cominciare dal aziende agricole da cui provengono le loro materie prime, le fabbriche e le spedizioni.
Inoltre, le big del fashion dovrebbero indicare dove hanno il maggiore impatto sociale e ambientale in termini di salari equi, energia, emissioni di gas serra, gestione dell’acqua e dei prodotti chimici e fare piani concreti per ridurre gli impatti negativi. Le aziende avrebbero 12 mesi per conformarsi e potrebbero essere multate fino al 2% dei loro ricavi annuali se non rispettano la direttiva.
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