Nel IV “Reporting matters” del Wbcsd ci sono Eni, Enel, Pirelli e Italcementi
Il World Business Council for Sustainable Development (Wbcsd) ha pubblicato la quarta edizione del suo report “Reporting matters“, con l’obiettivo di mettere in luce le problematiche della contabilità sostenibile, al fine di chiarirne la valenza strategica e di contribuire in questo modo a rendere la responsabilità d’impresa un fattore mainstream. L’analisi considera la rendicontazione di sostenibilità di 163 gruppi internazionali, tra cui Eni, Pirelli, Italcementi ed Enel (cui è anche dedicata un’intervista nel report).
Tra le evidenze dell’analisi 2016 (comparata con la precedente del 2013), il fatto che il 76% delle società hanno migliorato il proprio score; il 28% delle aziende ha combinato il report di sostenibilità con il bilancio tradizionale; 4 bilanci integrati sono nella top10.
Inoltre, il 48% delle aziende chiama il proprio reporting “bilancio di sostenibilità”, percentuale in discesa dal 57% del 2013. Il 13% lo chiama bilancio integrato (contro il precedente 8%).
«Il reporting delle informazioni non financial – si legge nell’introduzione – ha raggiunto un punto critico e sta diventando mainstream. C’è stato un recente movimento generale che ha coinvolto in consultazioni la business community: la Ue sulla Direttiva non financial, la Global Reporting Initiative sui propri standard; la Sustainability Accounting Standards
Board sui propri standard».
C’è ormai anche un notevole sforzo legislativo. A oggi, si legge sempre nell’introduzione, «ci sono circa 180 leggi o regolamenti in 45 Paesi che richiamano aspetti di corporate sustainability
reporting. L’ultimo esempio è la Borsa di Singapore, che ha ufficialmente introdotto il report di sostenibilità per le società quotate, su una base “comply or explain”, a partire da metà luglio 2016».
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