Dallo studio annuale sulle società dell'indice Msci Acwi

Msci: parità di genere nei board? Nel 2042

16 Mar 2022
Notizie Companies & CSR Commenta Invia ad un amico
Nel 2021, la percentuale complessiva di posti nei board occupati da donne è stata del 22,6%, in modesto aumento rispetto al 21,1% del 2020 e al 20% del 2019. Msci stima che, di questo passo, per la parità di genere nelle aziende ci vorranno almeno altri 20 anni. Fineco Bank inserita tra le best practice globali.

Utilizzando la media della tendenza verificatasi tra il 2018 e il 2021, è stato calcolato che sarà necessario aspettare il 2027 per toccare la soglia del 30% di rappresentanza di donne nei cda, e il 2042 per raggiungere il target della parità di genere del 50 per cento. Questo è ciò che segnala Msci nel proprio report “Women on Boards Progress Report – 2021”, studio effettuato dal 2009 in cui si analizzano diversi indicatori per capire l’evoluzione della parità di genere nel mondo. Nel report si sottolinea come «negli ultimi anni la composizione dei consigli di amministrazione delle aziende ha presentato segnali contrastanti riguardo al progresso della diversità di genere. Sebbene la rappresentanza femminile nei cda sia migliorata, il tasso di aumento annuale si sta riducendo, passando dal 2,1% tra il 2018 e il 2019 al 1,1% nel 2020». Se questi dati possono indicare un generale miglioramento verso board più equilibrati, l’oscillazione da un anno all’altro solleva la questione di quanto sia il reale impegno che le aziende stanno impiegando per raggiungere almeno il 30% di rappresentanza femminile nei cda.

La ricerca è stata struttura sui dati disponibili dell’indice Msci Acwi (All Country World Index), che comprende quasi 3.000 aziende globali operanti in 48 mercati diversi. «A causa delle differenze tra le diverse regioni dove operano le aziende dell’indice – sottolinea il report – il raggiungimento del target per la parità di genere non indicherebbe un progresso “omogeneo” in tutti i Paesi e settori, bensì il raggiungimento medio a livello generale». Guardando all’Europa è possibile notare la sua posizione di leader in termini di percentuale di aziende che hanno raggiunto almeno il 30% di rappresentanti donne nei cda, ovvero il 78,7% del totale. Un dato sicuramente raggiunto anche grazie all’impegno della Commissione europea di adottare una Strategia riguardante anche il miglioramento dell’equilibrio di genere nei board, fissando l’obiettivo minimo del “40% di presenza del sesso sottorappresentato fra i membri senza incarichi esecutivi nei consigli di amministrazione”.

 

Nonostante il gender gap nei board stia migliorando, Msci evidenzia come, a livello globale, i cda stiano rimanendo un luogo a dominanza maschile. Del Msci Awci, sono appena 34, infatti, le società con più del 50% di amministratori donne nel 2021, pari all’1,2% dei componenti dell’index. Per queste best practice, Msci ha preparato una speciale classifica all’interno del report, dove è possibile trovare Fineco Bank, unica azienda italiana dell’indice che presenta una percentuale di donne all’interno del board superiore al 50%, ovvero pari al 54,5 per cento.
«Il progresso globale, tuttavia, rimane lento – sottolinea il report – e le maggiori difficoltà, come era possibile immaginare, si riscontrano soprattutto tra i mercati in via di sviluppo”. Infatti, come la ricerca di Msci rileva, all’interno dell’indice Msci Emerging Markets, un sottoinsieme dell’Msci Acwi, più di un quarto delle aziende ha ancora consigli di amministrazione tutti al maschile ed è molto raro trovare donne in posizioni di vertice in azienda». Se per quanto riguarda la composizione dei board è possibile trovare una certa differenza tra i diversi mercati, è stato sottolineato invece che per la percentuale di donne ceo non si riscontra una grande differenza tra una regione e l’altra e soprattutto non si riscontrano miglioramenti nell’ultimo periodo. Infatti, analogamente agli anni precedenti, nel 2021 la carica di ceo è rimasta per lo più fuori dalla portata delle donne in tutte le regioni valutate, a differenza della figura del cfo che rivela sempre più rappresentanti femminili.


Pietro Menziani

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