Magliette inquinanti, grandi marchi sotto pressione

7 Giu 2017
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Solo la Gran Bretagna dovrebbe mandare in discarica circa 235 milioni di abiti usati nell’arco della primavera. Eppure la maggioranza di questi potrebbe essere  riciclato o riusato. Da un lato i consumatori li dismettono come rifiuti generici, dall’altro c’è un surplus di produzione della grandi catene. Ecco perché i grandi retailer stanno finendo sempre più sotto l’occhio dell’opinione pubblica. In risposta marchi come H&M e Zara stanno facendosi avanti con iniziative di riciclo all’interno degli store, che permettono ai clienti di lasciare i propri vestiti dismessi in bidoni ad hoc. H&M ha così già raccolto 40mila tonnellate di abiti dal lancio della campagna, nel 2013, a oggi. E altre aziende come Adidas e il gruppo di lusso Kering hanno fissato gli obiettivi 2020 per la raccolta di indumenti al Copenhagen Fashion Summit di questo mese.

Per Cyndi Rhoades, fondatore della società per la tecnologia di riciclaggio Worn Again, il problema del riciclo degli abiti dismessi dovrebbe essere trattato con la stessa politica che si usa per lo smaltimento della carta e della plastica. Ne parliamo nell’Occhio sostenibile della settimana/98.

 

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