Analisi su asset allocation istituzionali

Mercer: climate risk nel mirino dei fondi

3 Set 2020
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L’indagine condotta tra fine 2019 e inizio 2020 evidenzia una crescita dal 14 al 54% della quota dei fondi pensione Ue che investono tenendo conto dei cambiamenti climatici. Mentre l’investimento in linea con gli Esg passa dal 55 all’89%

La percentuale dei fondi pensione europei che investono considerando il climate risk è più che triplicata in un anno. A rilevarlo il report di MercerInvesting in the Future. European Asset Allocation Insights”, pubblicato il 26 agosto, da cui emerge come la quota dei fondi pensione, che dal 2019 al 2020 ha rinnovato gli investimenti con una maggiore consapevolezza e attenzione ai cambiamenti climatici, sia passata dal 14 al 54 per cento.

L’indagine di Mercer ha coinvolto 927 investitori istituzionali in 12 Paesi, con un patrimonio totale di circa 1.100 miliardi di euro, ed è stata condotta tra il quarto trimestre 2019 e il primo trimestre 2020. Gli analisti hanno dichiarato che le decisioni di allocazione non hanno subito variazioni importanti nel primo periodo di quest’anno e l’andamento attuale, che vede una discesa della componente equity (dal 25 al 22%) nei portafogli a favore di un peso maggiore attribuito al fixed income (dal 37 al 47%), sarebbe più da considerare come il risultato di decisioni strategiche di lungo periodo.

GLI ESG ORMAI INCORPORATI NELLE DECISIONI DI INVESTIMENTO

In particolare la ricerca di Mercer rileva come la stragrande maggioranza (89%) dei fondipensione  presi in esame consideri ora i rischi ambientali, sociali e di governance (Esg) in generale come parte delle proprie decisioni di investimento, rispetto al 55% del 2019.

Il principale fattore di preoccupazione degli investitori per il rischio Esg è il contesto normativo (nell’85% dei casi). In tal senso Mercer chiama in causa l’adozione di normative a livello nazionale ed europeo, come la Iorp II e la Uk Department for Work and Pension Investments Regulation, entrambe entrate definitivamente negli ordinamenti a ottobre dello scorso anno. Il 51% degli istituzionali ha però attribuito il maggior peso dei fattori di sostenibilità al potenziale impatto sul rendimento degli investimenti (nel 2019 era il 29%). E si assiste anche a un incremento del tentativo di mitigare il rischio reputazionale (40%) e un allineamento alle strategie di corporate responsibility delle aziende sponsor. «Riteniamo che l’incorporazione degli investimenti sostenibili nell’investment framework inizi con lo sviluppo di un “set” di principi», scrivono gli analisti di Mercer. Il prossimo passaggio sarà quindi “tradurre” questo set di principi in una policy e, successivamente, incorporarlo nel processo di investimento.

Il numero di piani pensionistici che hanno effettivamente formalizzato un set di principi è passato dal 19% al 55% di quest’anno.

Cresce anche l’importanza della stewardship. «Per la prima volta il nostro sondaggio ha riportato che oltre il 50% dei partecipanti considera gli aspetti di voto e di impegno dell’investimento sia nella fase di selezione dei manager sia in quella di monitoraggio del processo di investimento», scrivono gli esperti di Mercer.

Infine la ricerca concentra l’attenzione sull’ascesa delle informazioni legate al climate change. Come anticipato, il 54% dei rispondenti ha risposto affermativamente alla domanda se il rischio climatico fosse considerato nelle strategie di investimento. A questa percentuale si aggiunge, però, un’altra quota pari al 7% di quanti hanno intenzione di inserire questa variabile nelle considerazioni del rischio di investimento nei prossimi 12 mesi.

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