Federica Loconsolo, responsabile commerciale Etica Sgr
«Lo Sri non frena i rendimenti»
Basta con l’idea che investire responsabilmente «sia penalizzante dal punto di vista dei rendimenti». Ne è convinta Federica Loconsolo, responsabile commerciale di Etica Sgr, la quale spiega in questa intervista perché è tempo di accettare definitivamente che un’azienda con buoni fattori Esg (environmental, social e governance) sia anche una migliore garanzia per gli investitori. Che in Italia continuano a essere le famiglie e i piccoli risparmiatori privati. In attesa della spinta decisiva degli istituzionali (fondi pensione e assicurazioni).
L’idea che l’investimento responsabile comporti delle rinunce è oggi finalmente superata?
Decisamente sì, l’investimento responsabile non comporta rinunce dal punto di vista del potenziale rendimento, anzi, la nostra esperienza ci insegna che può generare anche ritorni migliori rispetto all’investimento finanziario tradizionale. Questo perché valutare un’impresa sotto il profilo ambientale, sociale e di buona governance consente di determinare ex ante e in modo più preciso il suo valore, riducendo quindi i rischi collegati all’investimento, e cogliendo interessanti opportunità di crescita nel lungo periodo.
Sono ormai molteplici le ricerche che confermano il potenziale di un investimento responsabile.
Certo, in ambito accademico sono numerosi gli studi sul tema che lo confermano. Una recente ricerca condotta dall’Università di Roma Tor Vergata ha evidenziato migliori risultati, in termini di performance, dei fondi socialmente responsabili rispetto a quelli convenzionali nel periodo di crisi e post-crisi del 2007, dimostrando che limitazioni di settore o di area geografica non influiscono negativamente sui risultati. E di questo hanno dato prova anche i risultati dei nostri fondi che sono stati soddisfacenti anche in contesti di mercati volatili.
Quali sono le caratteristiche peculiari dell’investimento sostenibile in Italia rispetto agli altri Paesi europei?
In Europa, come in Italia, il quadro degli investimenti socialmente responsabili è in significativa crescita. Ma c’è una differenza sostanziale a livello di volumi: la Francia ha masse in gestione per 47 miliardi di euro, in aumento del 4% nel 2015 rispetto all’anno precedente. E conta il 33% dei fondi SRI (acronimo inglese che sta per Socially Responsible Investment, vale a dire investimento socialmente responsabile) sul totale di quelli attualmente distribuiti. In Italia, invece, siamo ancora un po’ indietro e abbiamo superato solo nell’ultimo anno un totale di masse gestite di 4,5 miliardi di euro. Un ritardo che deve però considerare fattori esogeni, come la particolare attenzione del legislatore francese nell’agevolare le scelte di investimento responsabile.
Chi sono i clienti dei fondi SRI in Italia?
Nella nostra esperienza sono soprattutto famiglie e piccoli risparmiatori privati, mentre all’estero il maggior interesse per i fondi SRI proviene soprattutto dai grandi investitori istituzionali. Ma il trend sta cambiando anche nel nostro Paese: l’interesse da parte dei grandi investitori istituzionali sta crescendo in modo importante e siamo convinti che investire nel rispetto dell’ambiente e dei diritti umani diventerà un tema dominante anche da noi.
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