Gli asset under management destinati all’impact investing sono cresciuti al tasso annuale composto annuo del 18% dal 2013 al 2015. Salendo da un valore di 25,4 miliardi di dollari a 35,5 miliardi di Aum. Il dato, scrive l’agenzia Bloomberg, fa riferimento a un campione di 62 investitori istituzionali intervistati dal Global Impact Investing Network (Giin). Questi, inclusi fondi, fondazioni e family office, stanno infatti cercando la strada per ottenere ritorni finanziari e fare la differenza sul piano sociale.
Lo studio rivela che, nel periodo considerato, oltre il 60% del patrimonio è stato investito in mercati emergenti. Il 70% di questi fondi è stato impiegato per finanziamenti specifici o investimenti di private equity.
«Il messaggio importante della ricerca – ha spiegato Amit Bouri, ceo di Giin – è la forza di questo mercato nel tempo. Registriamo trend sempre più robusti in termini di crescita e diversificazione».
La crescita dei clienti per soluzioni di impact investing ha spinto alcuni colossi finanziari a implementare la propria offerta nl segmento. Tra questi, riporta Bloomberg, c’è Prudential Financial che ha annunciato nel 2014 un piano per portare il proprio portafoglio impact a 1 miliardo di dollari nel 2020. A novembre, la Prudential Impact Investing Unit aveva raggiunto quota circa 500 milioni.
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