L'iniziativa dell'Authority

L’Eba spinge il clima negli stress test

6 Ott 2022
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Il consiglio di vigilanza dell’Autorità bancaria europea ha avviato discussioni su come incorporare i rischi climatici negli stress test bancari e sta valutando se rendere le potenziali perdite dovute al cambiamento climatico una parte regolare degli esercizi che si svolgono ogni due anni

La crisi climatica e i suoi impatti sono al centro dell’attenzione delle autorità di regolamentazione europee. In particolare, il consiglio di vigilanza dell’Autorità bancaria europea (Eba) a settembre ha avviato discussioni su come incorporare i rischi climatici negli stress test bancari che si svolgono ogni due anni. Bloomberg riporta che l’Authority starebbe valutando se rendere le potenziali perdite dovute al cambiamento climatico una parte regolare di questi esercizi. Il quotidiano economico rivela che le fonti sono persone che hanno familiarità con la questione e che hanno chiesto di rimanere anonime. Il processo è nelle prime fasi e le deliberazioni sono appena iniziate, perciò il clima non verrebbe inserito prima del 2025 al più presto.

Come anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB/ 310 “L’Eba vuole il clima come standard negli stress test”), le autorità di regolamentazione sostengono che i finanziatori ancora non capiscono sufficientemente bene i rischi che devono affrontare, nonostante i risultati dello stress test climatico della Banca centrale europea di quest’anno siano stati migliori delle aspettative. Se adottato, questo approccio potrebbe avere delle ripercussioni sui dividendi agli investitori. La Bce, infatti, tiene conto delle perdite che le singole banche affrontano negli scenari di stress test dell’Eba nel calcolare quanto capitale dovrebbero detenere in garanzia. Quindi l’introduzione di una nuova serie di rischi legati al clima potrebbe pesare sui dividendi bancari.

SPINTA SUL CLIMA

In generale, l’Europa ha inasprito la spinta climatica sulle banche. Agli istituti viene chiesto di prepararsi ad affrontare le ricadute economiche di eventi climatici estremi, la possibilità che alcune aziende inquinanti risultino inadempienti sui prestiti, una regolamentazione più severa nel contrastare il cambiamento climatico, e prezzi del carbonio più elevati. Secondo le fonti consultate dal quotidiano finanziario, però, i dati relativi al clima attualmente disponibili sono di scarsa qualità. Questo fattore potrebbe limitare, almeno inizialmente, una particolare attenzione al tema nello stress test o addirittura portare a escludere del tutto il clima dall’esame nei prossimi anni.

Il problema legato ai dati è confermato anche da Jacob Gyntelberg, director of economic and risk analysis all’Eba: «Una sfida fondamentale è effettivamente la qualità e la disponibilità dei dati». Il manager, però, ricorda anche che il processo è ancora nelle prime fasi: «Il nostro obiettivo attuale è concordare l’approccio generale sulla metodologia e sulla tempistica degli stress test del processo».

Alessia Albertin

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