Board Agenda ha selezionato dieci temi che hanno caratterizzato il 2019. In particolare, l’osservatorio britannico ha fatto notare come l’anno che si è appena chiuso ha visto la crisi climatica diventare un tema discusso a livello di board e un rinvigorito focus sulla due diligence dei diritti umani e sul business purpose. Questi nel dettaglio i temi passati in rassegna che non dovrebbero essere ignorati: il clima, la due dilinge sui diritti umani, i manifesti elettorali, la Business Rountable, le avventure di Elon Musk, il report di governance di Nissan, l’attenzione ai dati sulla salute mentale, il rischio legato al cybercryme, il nuovo codice di Stewardship.
spunti di riflessione in rassegna
LAB selection/8
LAB governance Selection è lo spazio dedicato ad analisi, statistiche, contributi e commenti che fanno il punto su temi specifici del mondo della governance integrata. Una sorta di rassegna di aggiornamento sul fronte degli ESG, i modelli di business aziendali e le richieste degli investitori. È accessibile attraverso la newsletter dedicata al LAB.
Il servizio è riservato ai partner dell’ESG governance LAB.
WORLD ECONOMIC FORUM
Pubblicata la quindicesima edizione del Global Risk Report che per la prima volta si tinge di verde: tutti e cinque i rischi globali in termini di probabilità riguardano l’ambiente. Non solo. Tre dei cinque rischi principali in termini di impatto sono ambientali. Il cambiamento climatico sta colpendo più duramente e rapidamente del previsto. Gli ultimi cinque anni sono in lizza per il record di temperature, i disastri naturali stanno diventando sempre più gravi e frequenti e lo scorso anno ha fatto registrare condizioni meteorologiche estreme in tutto il mondo. Ipotesi allarmanti prevedono che le temperature globali cresceranno di almeno 3 °C entro la fine del secolo, il doppio del limite fissato dai climatologi per evitare le più serie conseguenze economiche, sociali e ambientali. Agli effetti a breve termine del cambiamento climatico bisogna aggiungere anche l’emergenza planetaria che include la perdita di vite umane, le tensioni sociali e geopolitiche e l’impatto economico negativo.
Mckinsey global institute
“Climate risk and response: physical hazards and socioeconomic impacts”
I rischi fisici derivanti dal clima persistono e le aree interessate potrebbero crescere in numero ed estensione. In assenza di adeguate misure di adattamento e mitigazione dei rischi, le caratteristiche “non lineari” di questo impatto potrebbero generare ripercussioni sociali ed economiche su larga scala, mettendo a rischio milioni di persone, trilioni di dollari di attività economiche e importanti risorse materiali e naturali del pianeta. Nelle loro decisioni, aziende, investitori e governi non possono quindi prescindere da una valutazione dei rischi climatici. «Affrontare il rischio climatico fisico richiederà una gestione più sistematica del rischio, un’accelerazione dell’adattamento e della decarbonizzazione – spiega l’analisi di McKinsey – Le azioni intraprese per adattarsi dovranno essere accelerate e potenziate. Ad esempio, il consolidamento delle infrastrutture e degli asset esistenti rappresenta una risposta chiave: le stime suggeriscono che nei prossimi dieci anni saranno spesi tra i 30.000 e i 50.000 miliardi di dollari per le infrastrutture. Una progettazione che tenga conto del rischio climatico può contribuire a contenere i costi di riparazione e ricostruzione per danni derivanti dal clima. Se da un lato l’adattamento è diventato ormai un’urgenza che presenta anche diverse opportunità, dall’altro gli esperti segnalano che l’ulteriore aumento del riscaldamento e del rischio climatico può essere fermato solo con la totale eliminazione di emissioni nette di gas serra».
board agenda
“2019: The year in governance”
auditboardClimate ChangegovernanceMcKinseyrischiStewardshipWef