La sostenibilità nel brand del gestore: i risultati di Ribi 2025
Sono usciti i risultati della settima edizione di Responsible Investment Brand Index (Ribi), di Hirschel e Kramer (H&K), che mette in evidenza la capacità degli asset manager a livello globale nel tradurre i loro sforzi verso l’investimento responsabile e farne il loro core brand. Tra tutte, Dpam domina la top ten. Nessuna delle società di gestione italiane riesce a entrare nelle prime dieci classificate.
L’indice Ribi, sulla base di informazioni pubblicamente accessibili, prende in considerazioni due aspetti: 1. il commitment del gestore specifico lato stewardship/asset management e la strategia e organizzazione degli investimenti (attraverso lo studio delle risposte date a Unpri), e 2. il brand, misurato attraverso otto criteri, tra cui la pubblicazione di un purpose dell’azienda in qualità di investitore responsabile e l’espressione di un Value System e il legame con la società.
DALL’OUTPUT AL SOGGETTO ESG
Il progetto elvetico si inserisce nell’evoluzione della valutazione della sostenibilità dall’output all’entità. Un principio esplorato da anni da ET.Group attraverso il concetto di ESG Identity, che include aspetti molteplici e ulteriori rispetto a commitment e brand. Con ESG Identity si intende, infatti, «l’insieme di elementi distintivi di un soggetto, a partire dalla sua struttura organizzativa (la governance) per arrivare alla coerenza e consistenza Esg della sua offerta al mercato, passando per le modalità con cui il soggetto pensa (la cultura aziendale Esg) e si impegna sul fronte sostenibile (il suo purpose Esg)».
Dal 2022 ESG.IAMA, attraverso un auto-assessment da oltre 500 Kpi (oltre 160 domande, con modalità di verifica), analizza le Sgr come aziende, focalizzandosi su cinque dimensioni di analisi principali, oltre a una sesta più di frontiera, che cambia ogni anno: 1. l’interiorizzazione della sostenibilità nei processi di governance dell’asset manager, 2. lo studio della struttura e dei processi specifici degli investimenti Esg, 3. i processi di asset management, ovvero come le attività di dialogo e voto del gestore contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi Esg, 4. l’offerta di prodotti Esg e 5. il livello di proattività dell’asset manager nell’andare oltre gli obblighi minimi richiesti dalla normativa Esg.
Il tema della valutazione della sostenibilità della Sgr, non solo in termini di offerta di fondi, bensì in quanto soggetto-azienda, si sta facendo strada. ESG.IAMA, come primo assessment sull’identità Esg dei gestori, e in procinto di partire con la quarta edizione, ha raggiunto nel 2024 l’importante cifra di 64 asset manager internazionali partecipanti, per un Aum complessivo di circa 36,5 trilioni di euro, ed è stato adottato come tool di valutazione e selezione per un’ampia platea di asset owner, investitori e fund selector, diventando un benchmark di sistema.
DpamESG IdentityESG_IAMAesg.iama 2025Identità ESGJean-François HirschelMarkus KramerRIBIsostenibilità