Passare attraverso una crisi e diventare un’azienda partecipativa. Grazie a una “illuminata” norma francese. È la storia de La Redoute, storico marchio transalpino di vendita per corrispondenza di abbigliamento, che oggi vede i dipendenti al 16% del capitale. Secondo quanto riportato nei giorni scorsi dal quotidiano Mf, la società proprietaria, New R, ha creato un fondo comune di investimento posseduto dai lavoratori (denominato Fcper New R) al quale ha ceduto circa il 16% del suo pacchetto azionario. Il Fcper-Fonds commun de placement de reprise è uno strumento istituito dal diritto societario francese per permettere, appunto, la partecipazione dei dipendenti all’azionariato delle aziende.
La Redoute è stato il primo caso in cui è stato utilizzato questa norma. Tutti i dipendenti hanno avuto la possibilità di diventare azionisti della società, sulla base delle loro richieste che sono state pari a 5 volte il quantitativo offerto. Significa che i dipendenti, se ne avessero avuto la possibilità, avrebbero sottoscritto l’80% del capitale.
L’operazione è stata un successo anche in termini di adesione: su un organico di 2.700 dipendenti, 1.574 hanno deciso di diventare azionisti. La restante quota di capitale, corrispondente all’84%, è restata invece nelle mani dei due numeri uno della società, Nathalia Balla ed Eric Courteille, ideatori dell’iniziativa e manager storici del gigante delle vendite per corrispondenza che nel giugno 2014 avevano rilevato dall’ex proprietario Kering.
azienda partecipativaEric CourteilleFcperKeringLa RedouteNathalia Ballanormativa