La mappa Ocse delle (lente) politiche ambientali
La direzione è quella giusta, ma il passo è troppo lento. È questa, in estrema sintesi, la conclusione a cui arriva “Green Growth”, l’ultimo report dell’Ocse che analizza le politiche ambientali portate avanti dagli stati.
«Molti Paesi sono diventati più efficienti nell’uso delle risorse naturali e dei servizi messi a disposizione dell’ambiente, generando più output economici per unità di carbonio emessa e di energia o materia prima consumata. Però il progresso è troppo lento e, se si includono le emissioni comprese nel commercio internazionale, i passa in avanti nella produttività ambientale sono modesti», sottolinea il report.
L’Italia, confrontata con gli altri, non va poi così male. Il nuovo indicatore considera un range di fattori che vanno dal consumo della terra alla produzione di Co2, per misurare il bilanciamento tra crescita economica e pressione ambientale esercitata da 46 Paesi nel mondo dal 1990 al 2015. Ebbene, tra tutti questi, risulta che quelli che hanno fatto i maggiori progressi dal 2000 sono stati Danimarca, Estonia, Regno Unito, Italia e Repubblica Ceca.
Il report mostra che nessun Paese è andato bene su tutte le dimensioni di crescita ambientale analizzate, e la maggior parte deve ancora superare lo stretto legame tra crescita economica e uso di fonti fossili ed emissioni inquinanti.
Lo studio dell’Ocse ha anche prodotto un’interessante mappa che consente di visualizzare a capire la situazione nel mondo in modo molto rapido e intuitivo (vedi qui sotto).