L’86% dei Comuni italiani non si accorge della corruzione
Nel 2017, 99 Comuni su 115 (86% del totale) non hanno rilevato nemmeno un evento corruttivo, in contrasto con la realtà raccontata da media e magistratura. È il poco confortante risultato dello studio “L’anticorruzione nei comuni italiani” realizzato da Civico97, Transparency International Italia e Riparte il futuro, in occasione dell’assemblea Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) della scorsa settimana a Rimini. L’analisi valuta le Relazioni dei Responsabili anticorruzione negli anni 2015-2017 in 115 Comuni Capoluoghi di Provincia.
Dallo studio, dunque, emerge che, nel 2017, l’86% del campione non ha rilevato corruzione. «Il dato – si legge in una nota – suona però strano di fronte ai casi raccontati dai media nello stesso anno. Questi, infatti, riportano numerose e diverse vicende di corruzione, di cui le Relazioni non contengono traccia». Tuttavia, puntualizza l’analisi, il dato delle Relazioni «risulta viziato dalla mancanza di una definizione precisa e condivisa di cosa sia un “evento corruttivo”, in merito al quale Anac non ha dato indicazioni precise agli enti pubblici».
Un altro aspetto poco confortante è che l’85,2% delle amministrazioni monitorate (98 su 115) non ha raccolto (sempre nel corso dell’anno 2017) alcuna segnalazione di corruzione da parte dei dipendenti dei Comuni e delle società partecipate, segnando un calo del 10% rispetto ai dati rilevati nel 2016. A tal riguardo, le tre associazioni anticorruzione evidenziano come vi sia ancora una inequivocabile difficoltà a segnalare gli illeciti con i mezzi attualmente a disposizione per la tutela dei whistleblower.
AnciCivico97normativaRiparte il Futurotransparencywhistleblower