Issb, il mercato chiede di unire capitale umano e diritti umani
Numerosi asset owner, associazioni di settore e stakeholder hanno invitato l’International Sustainability Standards Board (Issb) a combinare i suoi progetti sul capitale umano e sui diritti umani. L’indicazione è arrivata in risposta alla consultazione dell’Issb su quali dovrebbero essere le sue priorità nei prossimi due anni, chiusa il 1° settembre 2023.
Come anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB/ 344 “Issb, spinta per unire capitale umano e diritti umani”), una serie di stakeholder ha sollevato preoccupazioni significative sulla separazione dei due temi sociali, visto il forte nesso tra loro. I rispondenti hanno avvertito che separare le due aree potrebbe causare sovrapposizioni e incongruenze se i lavori dell’Issb dovessero portare a nuovi standard. In più, hanno sottolineato il rischio di confusione del mercato, di divulgazioni sovrapposte e di disallineamento con altri framework. Infine, le risposte rimarcano la convenienza nel combinare i progetti date le risorse limitate dello standard setter.
I rispondenti includono Norges Bank Investment Management, l’Efrag, il fondo pensione AustralianSuper, il network di investitori Iccr, il regime pensionistico britannico Nest, ShareAction, l’United Nations Environment Programme Finance Initiative, la Financial Conduct Authority del Regno Unito, Aviva, Federated Hermes, il New York City Pension Funds/Nyc Office of the Comptroller, Uksif, Kpmg, Frank Bold e Church Commissioners for England.
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