Isnet: l’impresa sociale sta meno peggio
In difficiltà, ma anche “in tenuta” il settore dell’impresa sociale. Non smette di investire. E accende un faro sulla riforma del terzo settore. Sono alcuni dei risultati del IX Rapporto dell’Osservatorio Isnet sull’impresa sociale in Italia, una cui anteprima è stata presentata la scorsa settimana alla Camera dei Deputati. Il Panel Isnet, nato nel 2007, è composto da circa 500 imprese sociali (cooperative sociali, imprese sociali ex lege e consorzi di cooperative sociali) rappresentative della popolazione statistica nazionale, stratificate per distribuzione territoriale e tipologia.
NUMERI IN TENUTA
Guardando la serie storica dal 2007 ad oggi, si legge nella nota sintetica di presentazione, sono più che raddoppiate le imprese sociali in difficoltà e dimezzate le imprese sociali con dato economico in crescita; risultato che non stupisce, in quanto anche queste imprese hanno risentito delle mutate condizioni dei mercati. Concentrandosi però sugli ultimi 3 anni (comprese le previsioni di sentiment sull’anno in corso) sono progressivamente aumentate le imprese sociali che dichiarano un andamento in crescita e progressivamente diminuite quelle con trend di difficoltà. Dato che informa sulla “tenuta” del settore, che regge alla crisi ed è al contempo in grado di preservare i livelli di occupazione.
INVESTIMENTI
Nell’ultimo anno più del 40% delle imprese sociali ha investito nella produzione di nuovi prodotti e servizi; più dell’80% ha investito in processi di ri-organizzazione interna. Nel prossimo futuro (anno in corso) il 30% delle imprese sociali prevede nuovi investimenti. La propensione all’investimento risulta sostenuta soprattutto da finanzamenti bancari e autofinanziamenti.
RIFORMA TERZO SETTORE
L’indagine ha interrogato il panel di imprese sociali sul livello di conoscenza del dibattito sulla riforma del terzo settore (in questo periodo in discussione al Senato). Più dell’80% delle organizzazioni intervistate ha detto di conoscere e seguire il dibattito; in particolare, tra le imprese sociali ex lege, le organizzazioni più attente al tema sembrano essere fondazioni, associazioni e cooperative sociali, quello meno interessate scuole e srl. Sui temi a dibattito, si rileva un generale accordo sul disegno di legge delega, con due elementi di criticità: la possibilità di distribuzione degli utili e la possibilità che le cariche all’interno di un’impresa sociale siano svolte da imprese profit e amministrazioni pubbliche.
IMPATTO SOCIALE
Alla domanda «pensate che la vostra organizzazione generi un impatto sociale positivo sul territorio dove operate» più dell’80% delle imprese sociali ha risposto favorevolmente. Gli indicatori che sembrano sostenere questa convinzione, nella risposte degli intervistati, coincidono nella maggior parte dei casi con il numero di persone svantaggiate inserite (nel caso delle cooperative sociali di tipo B) e il numero di utenti assistiti (nel caso delle cooperative sociali di tipo A).
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