Investimenti sostenibili, ancora distanza tra il dire e il fare
In tema di investimenti sostenibili, c’è ancora parecchia distanza tra ciò che si dice e ciò che si mette in pratica. Il dato emerge dalle risposte degli oltre 25mila investitori, italiani e globali, coinvolti dall’indagine annuale Schroders global investor study 2019, pubblicata il 30 settembre. Al sondaggio, realizzato ad aprile, hanno partecipato soggetti provenienti da 32 Paesi del mondo (con un patrimonio investito, nei successivi 12 mesi, pari o superiore ai 10mila euro).
I dati rilevano che mentre il 29% degli investitori italiani (32% a livello globale) dichiara interesse e propensione verso gli investimenti sostenibili, soltanto il 12% (16% a livello globale) dà seguito alle intenzioni, scegliendo effettivamente soluzioni Esg. Ancor più contraddittorie risultano le dichiarazioni del 28% degli intervistati in Italia (25% a livello globale) che, pur dicendosi genericamente interessati al tema, non intendono investirci.
Sono gli investitori che si considerano esperti/avanzati quelli che tendono a investire di più in modo sostenibile: il 18% in Italia e il 23% a livello globale, contro l’8% degli italiani con conoscenze intermedie (11% il dato globale) e il 7% degli investitori con conoscenze basilari (8% il dato globale).
Cosa potrebbe indurre gli investitori a cambiare il proprio comportamento? Quasi due terzi degli investitori italiani (il 61%) affermano che investirebbero di più in modo sostenibile a fronte di eventuali modifiche alla legislazione, volte a incentivare questo tipo di investimenti (in linea con il 60% registrato a livello globale). Allo stesso modo, il 62% degli investitori italiani (60% il dato globale) dichiara che un altro incentivo proverrebbe da rating indipendenti che certifichino l’approccio sostenibile degli strumenti considerati.
Un dato sorprendente rilevato dallo studio di Schroders riguarda la propensione generazionale all’investimento Sri: i millennial italiani (18-37 anni) convinti che tutti i fondi di investimento, e non solo quelli etichettati come sostenibili, dovrebbero tenere conto dei fattori di sostenibilità sono il 52 per cento. La percentuale è più bassa di quella registrata dalla generazione X (38-50 anni) e dai baby boomer (51-70 anni), rispettivamente 62 e 65 percento. Analogo il quadro a livello globale, con i millennial in coda (60%), preceduti da generazione X (65%) e baby boomer (62%).
Il dato riflette uno scetticismo per gli effetti positivi degli investimenti sostenibili che è più marcato fra i giovani investitori: in Italia, soltanto il 56% dei millennial ritiene che i propri investimenti possano avere un impatto diretto nel contribuire a un mondo più sostenibile. La stessa percentuale è registrata dalla generazione X, mentre per i baby boomer il dato sale al 62%. A livello globale, la fiducia della generazione X (64%) nell’impatto positivo dell’Sri risulta invece superiore sia a quella dei millennial (60%) che a quella dei baby boomer (57%).
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