Investimenti sostenibili, 12 società «senza speranza» escluse dal fondo P+
Il fondo pensione danese P+ ha annunciato il divestment da 12 società straniere a causa delle «persistenti violazioni delle linee guida internazionali sul clima, l’ambiente e i diritti umani e del lavoro», e ha sottolineato come persistere nell’engagement con queste aziende sia «senza speranza».
Come anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB/ 247), il fondo pensione da 125 miliardi di corone danesi (17 miliardi di euro), di avvocati, economisti e ingegneri, ha indicato nelle società minerarie globali Freeport-McMoran e Barrick Gold la maggior parte del sell-off. In generale, le società disinvestite sono attive nel settore minerario, chimico ed energetico.
Le 12 aziende al momento sono state inserite nella lista di esclusione del fondo pensione, e «saranno vendute il prima possibile». Altre aziende sulla lista sono ElSewdy Electric, Evergreen Marine Taiwan, Formosa Chemicals & Fiber, Genting Bhd., Grupo Mexico, Jbs, Mmc Norilsk Nickel, Page Industries, Posco e Zte.
A dicembre, P+ ha annunciato che avrebbe venduto 40 stock di carbone entro la fine dell’anno (con i giganti minerari globali come Bhp e Vale tra le aziende nella lista nera) liberando circa 250 milioni di corone danesi da reinvestire altrove. Un mese prima, aveva annunciato l’abbassamento della soglia di esclusione per le aziende che non soddisfano le sue aspettative, come parte di una serie di cambiamenti al suo approccio di investimento sostenibile, il tutto nell’ambito dell’obiettivo di carbon neutrality per il suo portafoglio di investimenti entro il 2050.
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