Intesa Sanpaolo ha approvato la policy che definisce le limitazioni e i criteri di esclusione per l’operatività creditizia del gruppo nel settore del carbone. La policy si applica, dal momento dell’approvazione, in tutti i Paesi in cui opera il gruppo, a finanziamenti nei settori dell’estrazione di carbone termico e delle centrali termiche a carbone. Da un documento di sintesi delle policy si rileva che, «dalla data di emanazione delle presenti Regole, il Gruppo non erogherà nuova finanza di tipo indistinto (restano quindi esclusi dal divieto all’operatività i rinnovi di linee di credito continuative e le proroghe di linee a scadenza fissa) ad aziende aventi almeno una delle seguenti caratteristiche:
- impegnate nella costruzione di nuove miniere di carbone (ovvero “Greenfield Project”);
- coinvolte in operazioni di estrazione di carbone da miniere che utilizzino tecniche di “Mountain Top Removal” (ovvero “rimozione della cima della montagna”);
- con oltre il 50% o il 30% della capacità installata per la produzione di energia derivante dal carbone (rispettivamente per le società con sede in Paesi non Ocse e Ocse) a meno che l’azienda non dimostri un documentabile piano/strategia di medio/lungo periodo di progressiva riduzione dell’utilizzo del carbone e della relativa soglia e/o richieda un finanziamento direttamente correlabile agli obiettivi di transizione dal carbone, ad esempio nella forma di “green loan”, “sustainable loan”, “transition loan”.
Inoltre, il Gruppo non erogherà nuovi finanziamenti finalizzati ad alcun progetto che contribuisca a uno o più dei seguenti obiettivi:
- alla costruzione di nuove miniere di carbone (ovvero “Greenfield Project”);
- alla realizzazione di nuove centrali termiche a carbone;
- all’acquisto di aziende già operanti nel settore estrattivo nel caso in cui ciò comportasse l’innalzamento della soglia del mix di materie prime estratte costituita dal carbone oltre il 50%;
- all’acquisto di centrali termiche a carbone già funzionanti nel caso in cui ciò comportasse l’innalzamento della soglia di capacità installata oltre il 30% per le società con sede nei Paesi Ocse e il 50% per le società con sede nei Paesi non Ocse.
È prevista la possibilità di concedere prestiti finalizzati a società che producono energia da fonti rinnovabili (anche quando parte di un gruppo economico che produce energia da fonti fossili).
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