Ipsos: i cittadini vogliono la Csr alla guida delle aziende
Due cittadini su tre ritengono che la Csr dovrebbe guidare tutte le scelte aziendali nel futuro. L’85% degli italiani considera i prodotti sostenibili più innovativi e qualitativamente superiori. Il 77% delle persone basa le sue scelte di acquisto sulla qualità, che significa origine delle materie, sostenibilità del packaging, attenzione alla filiera e alla produzione. Sono alcuni dei dati emersi dalla ricerca Ipsos presentata al Salone della Csr e della Innovazione sociale che si svolge in questi giorni a Milano (2-3 ottobre, ETicaNesw è media partner dell’evento).
Il desiderio di “consumare bene”, spiega la ricerca, è associato ad una crescente attenzione alla qualità e rappresenta il driver più pervasivo e duraturo nelle scelte verso prodotti sostenibili. Prodotti per i quali le persone sono disposte a spendere anche il 10% in più. Più in generale, sono il 72% gli italiani interessati alla sostenibilità, un numero in netta crescita rispetto al passato. Il 20% sono veri e propri sostenitori, persone che credono nella sostenibilità e nei suoi valori e agiscono di conseguenza, e il 50% sono aperti, mediamente informati e attitudinalmente predisposti ad attivare comportamenti sostenibili. C’è poi un 13% di scettici, persone discretamente informate ma con scarsa attitudine a comportamenti sostenibili anche perché temono che l’enfasi su questi temi nasconda solo finalità commerciali; e infine un 17% di indifferenti, decisamente poco interessati all’argomento.
«Prevale largamente nel campione un atteggiamento di grande adesione ai temi della sostenibilità — ha commentato Nando Pagnoncelli, Presidente di Ipsos — anche se esiste una parte di scettici, preoccupati che la sostenibilità possa diventare un espediente di marketing, qualcosa di poco aderente alla realtà delle imprese. Come si fa a recuperarli? Senz’altro attraverso terze parti come gli enti certificatori esterni, considerati efficaci dal 42% del campione, o le associazioni di consumatori, ambientaliste o umanitarie, considerate efficaci dal 35% delle persone. Ma è fondamentale continua Pagnoncelli una grandissima trasparenza da parte delle imprese: i diversi strumenti di comunicazione come i siti internet o i bilanci di responsabilità sociale, per citare solo i più semplici, devono concorrere a rendere credibile l’impegno strategico verso la sostenibilità, che è importante oggi e soprattutto per il futuro delle aziende italiane».
Il termine Csr è meno conosciuto dalle persone rispetto a sostenibilità. Solo l’11% sa bene di cosa si tratta, mentre il 40% la conosce a grandi linee e il 29% ne ha sentito parlare. Tuttavia 2 cittadini su 3 ritengono che la Csr dovrebbe guidare tutte le scelte aziendali nel futuro. Un impegno che è anche sinonimo di successo per le imprese: per il 68% della popolazione mondiale le aziende che avranno successo saranno quelle che daranno un contributo positivo alla società e il 64% degli italiani considerano la Csr come un driver di successo aziendale.
Tuttavia, la comunicazione resta un fattore ancora critico dal momento che il 76% della popolazione ritiene difficile capire quali imprese siano veramente sostenibili. «Sono sempre di più le imprese che inseriscono la sostenibilità nei loro piani strategici — spiega Rossella Sobrero del gruppo promotore del Salone della Csr e dell’innovazione sociale (leggi anche l’intervista “Sobrero: Csr bussola delle aziende”)—. In questi casi la Csr diventa motore di cambiamento anche nella relazione con i portatori d’interesse. Le organizzazioni che lo hanno capito adottano strategie di comunicazione dove trasparenza, innovazione, coerenza sono valori sempre più importanti. Purtroppo però ancora molte organizzazioni responsabili nei fatti non valorizzano in modo adeguato il loro impegno sociale e ambientale. Il Salone serve anche a far conoscere i progetti e le esperienze di chi ha scelto la strada del cambiamento per rispondere a un mercato in rapida evoluzione. Grazie a 188 organizzazioni “protagoniste”, 87 eventi e 392 relatori il Salone offrirà anche quest’anno un programma ricco e articolato. L’obiettivo è individuare quali sono le principali “rotte” che le imprese hanno scelto nel loro percorso di innovazione. Il Salone è aperto a tutti e la partecipazione è libera e gratuita».
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