In arrivo il nuovo Codice di autodisciplina
Lunedì nove dicembre il Comitato per la Corporate Governance ha definito i contenuti del nuovo Codice di Corporate Governance, che verrà approvato nella sua versione finale entro la fine di gennaio 2020 per essere applicato dalle società quotate a partire dal 2021. Il nuovo Codice intende innanzitutto guidare le società nell’adozione di strategie sempre più orientate alla sostenibilità dell’attività d’impresa: compito prioritario del consiglio di amministrazione è di perseguire il “successo sostenibile” della società, dove la creazione di valore nel lungo termine a beneficio degli azionisti è perseguita tenendo conto degli interessi degli altri stakeholder. Tra le altre priorità del Codice si individua anche la volontà di stimolare le società a rafforzare il dialogo con il mercato, attraverso l’adozione di “politiche di engagement” complementari a quelle degli investitori istituzionali;
Il Comitato ha approvato anche il Rapporto 2019 sul monitoraggio della corporate governance delle società quotate italiane rispetto agli standard definiti dal Codice. Il rapporto segnala l’opportunità di migliorare le prassi applicative in alcune aree, per rispondere più adeguatamente all’evoluzione delle aspettative degli investitori e, più in generale, del contesto sociale in cui le società operano, anche in coerenza con le nuove previsioni del Codice che il Comitato si prepara ad emanare. In ottica di sostenibilità in particolare, il Comitato ne ha raccomandato l’integrazione nella definizione delle strategie della società e della politica per la remunerazione, anche sulla base di un’analisi di rilevanza dei fattori che possono incidere sulla generazione di valore nel lungo periodo. A questo si è poi aggiunta una raccomandazione sull’adeguata gestione dei flussi informativi al consiglio di amministrazione, assicurando che le esigenze di riservatezza siano tutelate senza compromettere la completezza, la fruibilità e la tempestività dell’informativa; la necessità di maggior rigore nell’applicazione dei criteri di indipendenza definiti dal Codice, ponendo particolare attenzione all’esame della significatività dei rapporti oggetto di valutazione, che dovrebbe basarsi anche su specifici criteri quantitativi e/o qualitativi individuati ex ante; infine, l’indicazione di verificare l’adeguatezza dei compensi riconosciuti agli amministratori non esecutivi e ai componenti dell’organo di controllo alla luce della competenza, della professionalità e dell’impegno richiesti dal loro incarico, facendo anche riferimento alle pratiche di remunerazione diffuse, eventualmente anche all’estero, nei settori di riferimento e per società di analoghe dimensioni.
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