In 37 scrivono all’Aiaf per entrare nel White Paper sulla finanza Sri
Aiaf crea una summa della finanza responsabile, e chiama a raccolta 37 soggetti differenti per portare il proprio contributo all’analisi. Il risultato è il White Paper N.174 dell’associazione italiana degli analisti finanziari, che mostra una fotografia di quanto stia avvenendo sul versante della finanza sostenibile. Le aziende iniziano a riconoscere un interesse effettivo degli investitori istituzionali, soprattutto per quelli orientati nel lungo periodo come i fondi pensioni e le società assicurative, nei confronti delle tematiche ambientali, sociali e di buon governo (Esg).
La ricerca è stata presentato nel corso del convegno organizzato dall’Università di Milano-Bicocca dal titolo “Rischi climatici e strategie di investimento socialmente responsabili“. La ricerca è il risultato di una collaborazione tra Aiaf e la stessa Università: oltre a Andrea Gasperini, Responsabile “Mission Intangibles” Aiaf, l’altro autore è Federica Doni, docente del dipartimento di Finanza e Business Administration dell’Università milanese.
Il quaderno si articola in due sezioni principali. La prima, “Disclosure of climate risks and Esg information“, sottolinea il valore finanziario e non-finanziario generato dall’adozione di decisioni di investimento sostenibili, che rispecchino cioè i criteri Esg nella costruzione dei portafogli di investimento. Ciò che emerge è la necessità di integrare l’attuale modello di reporting aziendale con le informazioni non-financial, al fine di legare l’importanza del capitale finanziario al valore del capitale naturale.
La parte dedicata a “Etf fossil free and low carbon investment“, invece, si concentra sulla rilevanza degli Etf nel supportare un mercato a basse emissioni di carbonio.
C’è poi la parte del paper che raccoglie i contributi “esterni”. È sorprendente il numero e, in taluni casi, la profondità dell’analisi. La lunga lista di 37 organizzazioni partecipanti, eterogenee per tipologia e attività (c’è anche un intervento di ETicaNews), dimostra quanto oggi sia importante esserci e aver avviato una riflessione sulla finanza responsabile. Ci sono aziende quotate come Generali e A2A Group, nonché società di gestione italiane e straniere fra cui Eurizon, Etica Sgr, Amundi Sgr, Robeco Sam e Deutsche Bank. Ma ci sono anche società non quotate come Sofidel o la stessa Ferrovie dello Stato, fondi pensione come Cometa, advisor come Ecpi e Vigeo, o associazioni come Impronta Etica e Unicef. Inoltre, si sono dichiarati presenti anche ordini religiosi (l’Ordine dei Gesuiti italiani e canadesi). Infatti, la grande novità che emerge dal quaderno è proprio relativa agli ordini e alle organizzazioni religiose (vedi Federazione degli Organismi Cristiani, Focsiv) che, come sottolineato da Gasperini, appaiono quali veri propulsori della finanza green.
Rosamartina Schena
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