Il rapporto Onu sulla biodiversità riguarda anche l’economia

10 Mag 2019
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L’ultimo rapporto dell’Intergovernmental science-policy platform on biodiversity and ecosystems (Ipbes), la piattaforma intergovernativa che si occupa di biodiversità ed ecosistemi dell’Onu, pubblicato il 6 maggio, ha passato in rassegna lo stato di salute del nostro pianeta. Secondo la United Nations Environment Programme Finance Initiative (Unep FI) il rapporto della scorsa settimana farà, per la biodiversità, quello che i report del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) hanno fatto per il clima: «La porterà all’attenzione della gente, influenzando l’azione dei politici, delle imprese e delle istituzioni finanziarie».

Le tendenze negative indicate nel report vanno da una riduzione del 47% dell’estensione e delle condizioni dell’ecosistema, a un milione di specie a rischio estinzione; dall’aumento di 10 volte dell’inquinamento delle materie plastiche dal 1980, alla presenza di oltre 2.500 conflitti “per i combustibili fossili, l’acqua, il cibo e la terra che si verificano attualmente in tutto il mondo”.

Il rapporto osserva che gli incentivi economici in generale favoriscono l’espansione dell’attività economica, a cui spesso sono connessi danni ambientali, piuttosto che la conservazione o il ripristino. Tuttavia, sottolinea il report, incorporare il valore della natura nel processo decisionale migliora i risultati ecologici, economici e sociali.

L’invito rivolto alle istituzioni finanziarie è di andare oltre il clima, per fissare obiettivi e traguardi per la biodiversità e gli indicatori degli ecosistemi. Certo, non si può raggiungere l’obiettivo immediato, «soprattutto perché molti di questi indicatori non sono pienamente sviluppati per l’utilizzo nel settore finanziario. Tuttavia, sono finiti i tempi in cui le istituzioni finanziarie potevano utilizzare la mancanza di conoscenze e dati scientifici come scusa per non agire». A questo proposito Unep Fi fa riferimento allo strumento Encore della Natural Capital Finance Alliance. Encore collega già i temi “naturali” ai settori economici, «e le future iterazioni dello strumento aggiungeranno gli impatti del capitale naturale e una migliore copertura dei dati ambientali».

 

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