report di eversheds & sutherland

Il nesso tra Esg e intelligenza artificiale

30 Ott 2024
Notizie Companies & CSR Commenta Invia ad un amico
Eversheds & Suther propone un legame tra Esg e intelligenza artificiale, trattando governance dei dati, prevenzione del greenwashing, impatto ambientale dei data center e diritti dei lavoratori. Normative come il Csddd e l’Ai Act promuovono trasparenza e responsabilità

No basta la cosiddetta “data quality”. Per un sistema di Intelligenza Artificiale (AI) è altrettanto fondamentale da “data policy”, ossia l’insieme di presidi e processi che ne consentano un progressivo allineamento alle norme, alle prassi e agli standard etici. Questa doppia accezione dei dati rappresenta il nesso tra Esg e intelligenza artificiale, evidenziato dal report “The Ai-Esg nexus – Redefining legal and regulatory strategies” di Eversheds & Sutherland. Attraverso politiche chiare sui dati, entrambi i settori pubblico e privato possono migliorare l’affidabilità e la responsabilità dei loro strumenti di intelligenza artificiale.

Secondo il report (scarica il pdf), infatti, le modalità di gestione, classificazione, governance e audit dei dati sono infatti fondamentali al fine della conformità agli standard legali, normativi ed etici durante la «raccolta, la concessione di licenze, la collezione, l’archiviazione, l’elaborazione e la condivisione dei dati, assicurando che tutti i dati resi disponibili e rilasciati per l’uso nelle applicazioni di IA siano gestiti in modo responsabile». Da eliminare i “bias”, le informazioni riservate, personali e sensibili.

Nel contesto della Corporate Sustainability Due Diligence Directive (Csddd), le aziende Ue e non-Ue che impiegano l’intelligenza artificiale devono «identificare, prevenire, mitigare e divulgare» gli impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente derivanti dalle loro operazioni e supply chain, quindi garantire che i loro sistemi di IA (o le IA di terzi) non contribuiscano a tali impatti negativi. I data center sono essenziali nell’odierno panorama dell’intelligenza artificiale, ma presentano sfide significative per quanto riguarda il consumo energetico e la riduzione dell’impatto ambientale. Per essere efficiente dal punto di vista energetico, un data center deve continuare a investire nelle tecnologie di riduzione delle emissioni e ad attrarre i clienti attraverso le sue specifiche condizioni contrattuali, che definiscono impegni e obblighi chiari in materia di sostenibilità. In parallelo, con l’intensificarsi del controllo normativo, le nuove leggi che regolano i data center per l’intelligenza artificiale imporranno ulteriormente l’efficienza energetica, dando forma a un settore più sostenibile.

L’articolo 4 dell’Eu AI Act (Aia) stabilisce che i fornitori e gli implementatori devono assicurare all’interno delle loro aziende un livello sufficiente di comprensione della tecnologia dell’intelligenza artificiale e del contesto normativo a essa dedicato. Si parla di “alfabetizzazione” dell’IA, definita giuridicamente come «le competenze, le conoscenze e la comprensione che consentono ai fornitori, agli installatori e alle persone interessate, tenendo conto dei rispettivi diritti e obblighi nel contesto del presente regolamento, di effettuare un utilizzo consapevole dei sistemi di IA, nonché di acquisire consapevolezza delle opportunità e dei rischi dell’IA e dei possibili danni che può causare».

Lavoratori e sindacati esprimono preoccupazioni in merito ai potenziali problemi legati all’uso dell’IA, sempre nei termini di equità, privacy, sicurezza, accuratezza e mancata trasparenza. La preoccupazione sui posti di lavoro, inoltre, cresce man mano che le capacità dell’IA aumentano. Eversheds nota che «la misura in cui i lavoratori e i sindacati hanno attualmente un diritto legale all’informazione o alla consultazione sull’uso o sull’implementazione dell’IA sul posto di lavoro è variabile e, in molti casi, inesistente», ma «il diritto all’informazione e alla consultazione dei lavoratori sull’IA è e dovrebbe essere una caratteristica di alcuni nuovi quadri normativi, anche nell’Ue». L’Ai Act impone ai datori di informare lavoratori e rappresentanti sugli strumenti di IA “ad alto rischio” prima che vengano utilizzati, mentre nel Regno Unito il nuovo governo richiede ai datori di lavoro di negoziare con i sindacati l’introduzione di tecnologie di “sorveglianza” e si è impegnato a mettere la voce dei lavoratori al centro della transizione digitale.

Sofia Restani

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